Valguarnera: possibile cambio di rotta per il Poliambulatorio, si parla adesso del centro culturale polivalente

Valguarnera. La notizia che il poliambulatorio potrebbe essere trasferito nella sede del centro culturale polivalente di contrada Marcato, ha colto tanti di sorpresa. Si tratta al momento solo di ipotesi, ma che potrebbe essere nel breve concretizzata, visto che il nuovo manager della sanità ennese Francesco Iudica non sarebbe del tutto convinto della ristrutturazione del Sebastiano Arena. Quando si sperava che l’austero palazzo che si erge imperiosamente su una collina all’ingresso del paese, potesse essere da un momento all’altro, ristrutturato e destinato alle finalità per le quali è stato concepito e donato, ovverossia a struttura sanitaria, si apprende ora che tale progetto potrebbe naufragare, rischiando quindi di diventare un rudere abbandonato. A parlare del cambio di rotta è stata la sindaca Francesca Draià, dopo l’incontro avvenuto a fine dicembre col manager dell’Asp 4 Francesco Iudica, il quale avrebbe manifestato tutte le sue perplessità sulla ristrutturazione del Sebastiano Arena. Durante l’incontro il manager avrebbe chiesto alla sindaca di vedere altri locali nella disponibilità del Comune. E durante il giro di ricognizione proprio sul Centro Polivalente di contrada Marcato (centro che non è entrato mai in funzione) sarebbe stata puntata l’attenzione. In esso, qualora si dovesse raggiungere l’accordo, ha fatto sapere il sindaco, sarebbe concesso solo il 1^ e 2^ piano, ove andrebbero non solo le branche specialistiche ubicate attualmente in via provvisoria in una struttura del Boccone del Povero, ma anche la Guardia Medica e il “118”, mentre il piano terra rimarrebbe nella disponibilità del Comune per una sala polifunzionale. Sullo sfondo pure il 2^ piano di Palazzo Prato di proprietà dell’Asp, ma questa soluzione sarebbe stata scartata in quanto poco percorribile. Ma qualora l’operazione del centro polivalente andrebbe in corso, fanno notare in tanti, il luogo non sarebbe dei più idonei per tale tipo di attività, essendo parecchio decentrato dal centro abitato e non facilmente raggiungibile, Ma la domanda è: quale sarebbe la ratio di tutto ciò? Perché questo cambio di rotta all’improvviso, quando in tanti, la popolazione in primis, i partiti politici di maggioranza e opposizione, i movimenti civici, hanno sempre considerato un fatto ineludibile la ristrutturazione dei vecchi locali del Sebastiano Arena? E’ possibile che un’azienda sanitaria abbandoni al proprio destino un proprio bene qual’è il Sebastiano Arena? E dire che la stessa Asp, tramite i propri vertici, sino a qualche mese addietro aveva promesso di ristrutturare entro un tempo ragionevole l’intero plesso. Si parlava di computo metrico già pronto, di richiesta di finanziamento, di tecnici che stavano elaborando il progetto. Tra le ipotesi si era parlato pure, in attesa della completa ristrutturazione, di rendere agibile con costi sostenibilissimi il piano terra, considerato che dopo il trasferimento della Guardia Medica e del 118 in altri locali, esso avrebbe potuto ospitare comodamente tutte le branche esistenti. Adesso si ipotizza un radicale cambio di rotta. Per il Sebastiano Arena, c’è da dire che dal 16 aprile 2016, non c’è più pace, sembra quasi una tela di Penelope che di giorno si fa e la notte si disfa. A nulla sono valse sino ad oggi le promesse di ristrutturazione che manager, tecnici e funzionari hanno fatto alla cittadinanza, alle istituzioni locali e forze sociali. Sull’argomento intervengono Concetta Dragà capogruppo al consiglio comunale di Forza Italia e Carlo Garofalo portavoce dei comitati cittadini ennesi: Dragà: “Speriamo che le dichiarazioni del sindaco restano solo supposizioni. Ritengo sia errato trasferire le branche specialistiche e in particolare la Guardia medica e il “118” al Polivalente, sia perché ha una destinazione d’uso diversa e poi perché non si rendono conto in quale zona sia ubicato. Mi preme inoltre dire che l’amministrazione comunale dovrebbe fare intanto gli interessi della comunità, chiedendo l’immediata apertura del Sebastiano Arena chiuso anni fa e poi, prima ancora di ricevere il dottor Iudica e prima di prospettare soluzioni diverse della sua ristrutturazione, considerato che è un problema che investe tutte le forze politiche e sociali, avrebbe dovuto promuovere una riunione con tutte le forze politiche, mentre come sua consuetudine non ne ha tenuto conto. Il mio partito, a questo punto, chiede con forza un consiglio comunale per il S. Arena, alla presenza del dottor Iudica, visto che per due anni, nonostante le promesse non è stato fatto niente, ma solo chiacchiere.” Carlo Garofalo: Devo notare che ancora una volta le proposte dell’amministrazione comunale su ipotesi alternative ai naturali locali, generano confusione e ritardi. Mi preme inoltre sottolineare che la nostra prima proposta del comitato cittadino, di ristrutturare il piano terra del S. Arena, resta la più valida, la più facilmente attuabile e la meno costosa. Non solo, ma dico anche che l’orientamento della magistratura contabile va in direzione di rendere produttivi di reddito i locali di proprietà. Pertanto non possono essere affidati immobili a titolo gratuito. Dico pure che la zona di contrada Marcato non penso sia adatta a ricevere simile utenza. All’Asp infine chiedo, perché se il progetto del S. Arena è pronto non si interviene?

Rino Caltagirone