Aidone: allarme decessi per cancro

Nelle ultime settimane a distanza di qualche giorno sono deceduti per neoplasie un ragazzo di 27 anni e una madre di 46 anni. Fumo passivo, radiazioni e campi elettromagnetici, emissioni di sostanze tossiche da arredi e materiali da costruzione, inquinamenti dell’ aria dovuti a condizionatori e sistemi di ventilazione e riscaldamento, inquinamenti microbiologici da batteri, virus e muffe: sono tutti fattori che attentano alla salute dell’ uomo dentro le quattro mura di casa, in ufficio, perfino in ospedale. Se ne parlava tempo fa all’ Università Statale di Milano, dove architetti, agronomi e forestali, ingegneri, edili, medici, epidemiologi hanno confrontano dati e proposte nell’ ambito di «Healthy buidings», il convegno internazionale che si proponeva di studiare la cosiddetta «Sindrome dell’ edificio malato», con progetti innovativi di un edificio capace di “non ammalarsi”, e non far ammalare, di conseguenza, chi vi abita o vi lavora. Secondo “i numeri del cancro in Italia 2015”, il censimento ufficiale dell’ Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), non rispecchia la realtà dei casi accertati in Aidone, atteso che la popolazione pur essendovi residente trovasi oltre lo Stretto per ragioni di lavoro e/o di studio. E allora, se le vittime del male, dovute a una più ampia diffusione di sostanze potenzialmente cancerogene perché nella comunità aidonese la percentuale delle stime oncologiche è in eccesso e in aumento? Uno dei principali imputati, verosimilmente, le acque chiare per uso potabile e lo scarico delle acque chiare e lorde e delle materie nere. Senza dire che una quota rilevante dei tumori del polmone è causata dal Radon, un gas radioattivo presente nel terreno che riesce ad infiltrarsi negli edifici legandosi al pulviscolo dell’ aria: a questo punto le cose, occorre eseguire, con una certa urgenza, ricerche per mappare la presenza di Radon nel territorio, per ridimensionare in parte la quota rilevante dei tumori del polmone.

Nino Costanzo