Leonforte. Corte Appello Caltanissetta ha condannato due medici dell’ospedale per omicidio colposo di Gabriella Gallo

Martedì 9 Aprile, presso la Corte di Appello di Caltanissetta, il collegio composto: dalla dottoressa Pasqua Seminara (presidente), dal dott. Sebastiano Di Giacomo Barbagallo (giudice consigliere) e dal dott. Salvatore Faro Faussone (consigliere), ha condannato ad un anno e quattro mesi, con pena sospesa, i medici Muratore (chirurgo) e Vitale (ginecologo) per l’omicidio colposo di Gabriella Gallo di Leonforte. Deceduta in seguito a complicazioni post partum l’11 marzo del 2011. La Corte di Cassazione aveva rigettato l’assoluzione di primo e secondo grado, rinviando a Caltanissetta il dibattimento. Il Procuratore Generale Dott Furnari, nel corso del dibattimento, ha chiesto un anno di reclusione per l’inosservanza della regola cautelare, che impone l’onere del controllo dell’altrui operato in azione di equipe. I due medici consapevoli della gravità dell’intervento, cominciato alle 19 circa e già in C.I.D alle 20 e 40, avrebbero dovuto agire sul concorso di cause preesistenti e sopravvenute per evitare, l’ evitabile morte, di Gabriella Gallo.
Il rapporto di causalità fra: inadempienza medica, superficialità, grave imperizia e consapevole deficienza sanitaria ha portato all’irreparabile. I sei medici coinvolti, operando in equipe, avrebbero dovuto vigilare sul proprio e l’altrui operato e invece hanno agito nell’inosservanza delle disposizioni ministeriali in ambito sanitario fino alla mancata telefonata al 118 preferendovi il “porta a porta” nei presidi viciniori e non.
L’intervento, che dopo anni di udienza appare oggi complesso, ma pianificabile o gestibile negli adeguati nosocomi forniti di emoteca e rianimazione e da professionisti avvertiti e consci dei limiti propri e strutturali, fu condotto con ingiustificabile superficialità e coinvolse figure altre rispetto alle presenti già al momento del ricovero della paziente.
Ignorare la possibilità di una C.I.D per shock emorragico post partum o ricriminare ai colleghi la mancata comunicazione a nulla è servito nonostante l’insistenza della difesa in merito a questi punti. I giudici hanno valutato l’operato dell’equipe che non può essere interpretata come un assemblamento improvvisato di figure professionali multidisciplinari. Un traguardo importante è stato raggiunto: l’operato di un equipe medica va giudicato nella sua interezza e complessità e non nelle individualità che la compongono.
Dei sei medici convolti in questa triste vicenda quattro, a oggi, sono stati condannati; per i due assolti, condannati in primo grado e assolti in secondo grado si attende la Cassazione.
Ancora dopo otto anni e decine di udienze. Gabriella Gallo morì di parto per mano di medici inadeguati, come risulta dalle sentenze, in un ospedale sfornito del necessario.

A settembre dello scorso anno la Corte d’appello nissena aveva assolto il ginecologo Salvatore Conoscenti e l’anestesista rianimatore Michele Politi e confermato la condanna, ad un anno e otto mesi, per il ginecologo Paolo Favazza. Era già stato condannato, e la sua condanna a un anno e quattro mesi è ormai definitiva, anche l’anestesista Matteo Gelsomino.