Enna. Assistenza ai familiari di malati di Alzheimer

Una collaborazione a tutto campo tra l’Aima provinciale, il Centro Diurno Alzheimer del Chiello di Piazza Armerina, diretto dal neurologo Claudio Millia, ed il servizio di Neuropsicologia dello stesso centro, dove operano professioniste esperte del settore, porterà all’attivazione nel corso del mese di maggio degli incontri di sostegno psicologico per i familiari di pazienti affetti da demenza. Quello che è importante l’impegno del gruppo di sostegno a prevedere la collaborazione con i medici di famiglia, che svolgono un ruolo fondamentale nell’ambito della diagnosi ed intervento precoce attraverso la individuazione di possibili patologie dementigene e l’invio al Centro di Valutazione Alzheimer (UVA) per la prese in carico dei pazienti. Per le patologie cronico neuro degenerative, tra le quali la demenza e gli altri disturbi cognitivi, fondamentale importanza rivestono la diagnosi precoce, cure di tipo farmacologico e sostegno psicologico per chi assiste il malato. Diventa così necessario sostenere il caregiver, per ridurre il carico stressogeno, fornendogli informazioni complete sulla malattia e sul suo corteo sintomatologico, suggerendo strategie efficaci per la gestione del malato al fine di favorire anche il mantenimento della qualità della vita ed il ritardo dell’insorgenza della sintomatologia. Gli incontri avranno cadenza settimanale della durata di 60’ circa e si inseriscono all’interno di azioni di sostegno a caregivers e familiari di pazienti con declino cognitivo, previsti dal progetto promosso da Aima provinciale “Informazione/formazione, prevenzione ed educazione sanitaria nei confronti dei soggetti affetti da demenza e delle loro famiglie” approvato dall’Assessore regionale della Salute. “L obiettivo primario – dichiarano il dottor Millia e la psicologa Desirèe Leonardo – è quello di creare azioni che mirino alla prevenzione, alla formazione/informazione, all’acquisizione di stili di vita adeguati per contrastare l’evolutività delle demenze, soprattutto in presenza di disturbi del comportamento e cercare di ridurre l’isolamento del caregiver”.