Perché i leonfortesi non hanno rinnovato la fiducia all’ex Sindaco Francesco Sinatra? Lo sfogo

Leonforte. Discussione con intervista durante il sorseggio di un caffè tra l’ex primo cittadino leonfortese Francesco Sinatra e Gabriella Grasso.

 

Le elezioni europee non sembrano interessare il popolo. Perché?

La gente ormai è sfiduciata, proveniamo dalla Seconda Repubblica, dove mancando una continuità politica di governo, il ripetuto alternarsi tra centrodestra e centrosinistra ha provocato solo stasi socio-economica. L’elettorato sembra poi essere stato ulteriormente deluso dai populisti, perché pensava che con il loro avvento qualcosa potesse cambiare in meglio, mentre invece si sta acuendo ancor più il contrasto tra la classe di popolazione che pensava di poter ricevere veri aiuti sociali, rispetto a quelli promessi e realmente erogati, e la classe dei contribuenti che hanno ancora un lavoro per pagare le tasse, ma che sono fortemente irritati perché nonostante i loro sacrifici, il debito pubblico continua a crescere per far fronte alle spese correnti e non per creare investimenti di sviluppo economico a medio e lungo termine. L’incapacità programmatica della politica attuale, potrebbe essere antesignana della povertà di domani. Ciò intimorisce la gente che è smarrita e non riesce a trovare una vera guida politica, che la possa indurre a ripetere nel tempo un voto coerente, l’elettore perciò cambia in continuazione opinione o peggio ancora rassegnato, si abbandonerà maggiormente all’astensionismo.

 

I sovranisti si affermeranno ancora o la Spagna ha aperto uno spiraglio?

Sovranismo è un termine moderno per edulcorare quella che in altri tempi si sarebbe chiamata dittatura. Credo che gli italiani comincino a percepire i pericoli a cui si esporrebbero dando fiducia ai sovranisti. Molti però si lasciano incantare dagli slogan di chi grida “Prima gli Italiani”. Ma basta una politica xenofoba per risolvere i problemi degli Italiani? Ad oggi nessun beneficio è arrivato agli italiani dall’avere lasciato, in modo disumano, al loro tragico destino i tantissimi migranti che tentano di attraversare il Mediterraneo. Non c’è stato un aumento occupazionale e della produttività economica con i molti meno immigrati che sono arrivati. Nel nostro paese manca il lavoro a prescindere. Trincerarsi dietro ai propri confini non serve a rilanciare l’economia, ne ad affrontare efficacemente i problemi delle famiglie, ma porta solo ad isolarsi sempre più dai partner internazionali da cui si deve pretendere un rispetto diverso e basato sulla cooperazione. Nell’era della globalizzazione dove ormai non solo le merci, ma soprattutto gli individui si spostano liberamente da una parte all’altra del pianeta per tantissime ragioni, bisogna aprire i confini e diventare cittadini del Mondo per favorire lo scambio economico e culturale, esportando i diritti umanitari basati sulla dignità della persona in ambito sociale e lavorativo.

Una buona parte di responsabilità dell’attuale situazione socio-politica italiana, è addebitabile alla crisi in atto del centro sinistra, i leader politici hanno perso di vista le vere necessità della gente e il loro essere autoreferenziali e poco rappresentativi, ha fatto perdere il senso del dovere alla gente che credeva in quegli ideali. La Spagna con la vittoria dei socialdemocratici, anche se a fatica, offre un grande spunto di riflessione per chi si riconosce ancora negli ideali popolari e non populisti, per dare un governo più responsabile agli europei.

 

Le ultime amministrative siciliane hanno aperto una nuova alleanza detta ForzaPd che pensa in merito?

È innegabile che la politica tradizionale è in difficoltà, la crisi degli ideali, il soffocamento del dialogo all’interno dei partiti dov’è difficile se non impossibile esprimere opinioni e posizioni di confronto, ha portato ad alleanze che possono sembrare all’apparenza strane. Può darsi però che in ambito locale si stiano testando degli apparentamenti tra le forze moderate di destra e di sinistra, per creare un nuovo centro a livelli più alti che possa conciliare le esigenze della maggior parte della popolazione, per combattere l’individualismo, dell’uno contro l’altro, basato sulla politica dell’odio che non ha prodotto nulla di buono, per valorizzare l’aggregazione perché l’uno, inteso come soggetto, ha bisogno dell’altro.

 

Cosa avete lasciato alla nuova amministrazione, cosa avrebbero potuto realizzare e non hanno realizzato? Perché?

Direi semplicemente serenità amministrativa visto che con il risanamento finanziario che abbiamo attuato, non c’è più il problema della quotidianità, come è stato dimostrato dalla verifica straordinaria di cassa il 14 giugno scorso al cambio delle consegne sottoscritta in contraddittorio dal sindaco uscente e da quello subentrante, con un saldo positivo di oltre 1.200.000 euro e quasi tutti i trasferimenti finanziari regionali e nazionali ancora da incassare a quella data. Un bel patrimonio se pensiamo ai tanti segni negativi del passato per milioni e milioni di euro. Una condizione importante quella di non avere più lo spauracchio dovuto all’incertezza di poter pagare o meno gli stipendi, i fornitori e i servizi come è accaduto fino a qualche anno fa. Sono del tutto infondate e fuorvianti le chiacchiere secondo cui la mia amministrazione ha lasciato una situazione debitoria catastrofica, basta vedere che i consuntivi del 2015, 2016 e 2017, sono tutti con un saldo medio positivo di circa un milione e mezzo di euro. Nessuno sino ad oggi è stato in grado di confutare questi dati che sono invece con documenti alla mano la realtà. Come si può affermare che ci sono debiti e non ci sono risorse finanziarie, quando sono stati spesi molti più soldi per esternalizzare servizi, fare il ferragosto, dare tanti incarichi professionali esterni a tecnici ed avvocati, tanto da superare in un solo anno quelli che noi non abbiamo dato neanche nell’intero quinquennio?

 

Allora i soldi ci sono!

Ricorrere al piano di riequilibrio, senza poter aumentare i tributi che erano già al massimo da tempo, è stata la salvezza per la nostra comunità e l’ente stesso, basta vedere la crisi che sta provocando il dissesto finanziario a Catania. Ovviamente il piano di riequilibrio impone delle regole per evitare che i comuni possano cadere nuovamente in errore, la cui salubrità economica ritrovata di recente, li classifica come soggetti a rischio la cui azione di governo va monitorata per riacquistare fiducia e credibilità. Forse queste regole qualcuno non le vorrebbe rispettare per poter spendere con imprudenza e senza limiti i soldi dei contribuenti con una gestione più allegra e leggera della cosa pubblica. Forse oggi in maniera infondata, si paventa la dichiarazione del dissesto finanziario per avere così la scusa di non poter mantenere le promesse fatte in campagna elettorale. Forse oggi si dovrebbe prendere consapevolezza che amministrare è una cosa ben diversa e responsabile, che promettere tutto con facilità, perchè secondo la diligenza del buon padre di famiglia bisogna garantire il necessario e abbandonare la mondanità. Abbiamo programmato ed avviato la raccolta differenziata dopo aver ripreso con autorità e coraggio la padronanza del servizio rifiuti, che ci ha consentito di mantenere la tariffa dei rifiuti più bassa in provincia di Enna. Una volta riorganizzato il servizio a costo zero e in totale economia, per cui non avendo denaro a disposizione abbiamo dovuto spendere un po più di tempo rispetto al dovuto, è partita la differenziata che la nuova amministrazione ha ricevuto in regalo lo stesso giorno dell’insediamento, senza nessuna fatica o impegno. Abbiamo lasciato una serie di finanziamenti regionali con fondi europei, che se seguiti con un minimo di attenzione avrebbero potuto già essere stati realizzati, dando una boccata d’ossigeno all’economia locale, tutti da me elencati il giorno del cambio delle consegne e che ancora stentano a partire: estensione oraria dell’asilo nido, messa a norma degli infissi e realizzazione di un parco giochi esterno dell’asilo nido, il Premio Città di Leonforte avviato ed apprezzato da tutta Italia, numerose azioni sociali finanziate con il distretto socio-sanitario di cui beneficerebbero come in passato le fasce più deboli, l’autorizzazione al trasferimento del Giudice di Pace alla Granfonte per lasciare i locali della ex Pretura alla Polizia di Stato, la ristrutturazione della palestra Liardo, la messa in sicurezza delle pendici della Giovanni Verga, il risanamento delle discariche San Giovanni e Tumminella, il ripristino e ristrutturazione delle strade rurali denominate Prisa e Voltarutta, lo sblocco dei mutui residui per la ripavimentazione e messa in sicurezza della piazza Saetta e Livatino (Fontana del 2000), la scalinata Marinuzzi, l’usufrutto dei locali del vecchio ospedale dove allocare parecchi uffici e servizi sanitari territoriali come il consultorio familiare e il CSM. Abbiamo avviato e fortemente voluto il progetto per il finanziamento della riqualificazione energetica urbana, un’occasione unica per Leonforte di poter essere illuminata a nuovo, ma di cui l’amministrazione attuale sembra disinteressarsi visto il loro inusuale silenzio in merito alle novità che riguardano il finanziamento regionale, di cui siamo sempre noi di Avanti Uniti a darne notizia, un parco progetti per la ristrutturazione delle piazze storiche e tanto altro ancora. Sembra però che questa amministrazione abbia altri obiettivi e ha difficoltà a mantenere i buoni rapporti con i comuni del circondario, dato che in circa 8 mesi si è fatta revocare unilateralmente dai comuni concedenti di Nissoria ed Agira, ben 2 convenzioni per l’ing. Capo dell’ufficio tecnico comunale che avrebbero permesso di concretizzare ed avviare le tante azioni da noi programmate.

 

Quali sono le priorità che avrebbero dovuto realizzarsi e non sono state realizzate?

A parer mio oltre che avviare immediatamente le azioni ereditate con i finanziamenti pubblici, bisogna rilanciare l’economia agricola locale, riallacciando il dialogo con il mondo dell’associazionismo per dare una speranza alle famiglie che vogliono continuare a vivere a Leonforte. La gente con la coltivazione della fava, della pesca e degli altri prodotti agricoli, attraverso la loro trasformazione alimentare può pensare di guadagnare un salario anche modesto che gli permetta di mantenere la famiglia. Noi avremmo puntato molto sul turismo organolettico, seducendo i visitatori oltre che con le bellezze artistiche e monumentali anche deliziando il loro palato. Altra priorità sono i servizi ponendo più attenzione alla vita sociale perché si possa godere della sanità, dei servizi per l’infanzia, di una buona scuola che in questo momento sembra essere abbandonata a se stessa e che invece deve essere dedita ad educare i nostri figli ad essere comunità. Bisogna pensare i servizi a beneficio della cittadinanza e non per creare posti di lavoro a spese del comune. Adesso con la serenità di cui parlavo prima, queste cose sono attuabili. Anziché preoccuparsi di criticare bisognerebbe amministrare guardando avanti.

 

Quali prospettive per Leonforte?

Leonforte ha la fortuna di essere centrale rispetto ai comuni del circondario, ha quindi una marcia in più per affrontare la crisi economica ed occupazionale, bisogna quindi coinvolgere i giovani in azioni di sviluppo e farli innamorare del proprio territorio. Ci vogliono azioni dinamiche per un territorio che non può vivere solo di ricordi, ma essere vivo ed ambizioso per costruire il futuro che lo attende per poter sfruttare tutte le potenzialità di cui è connotato. Le capacità e le competenze dei tanti nostri laureati devono trovare applicazione in loco con attività di markenting e di produzione, che possano dare occupazione con la manifattura dei prodotti agricoli. La zona storica potrebbe essere trasformata in un luogo di ricettività turistica, ma per fare questo necessita un cambio di mentalità dei leonfortesi stessi. Le amministrazioni possono cercare di dare infrastrutture, in termini di strade e decoro urbano, e servizi disciplinando il territorio e la societas con regole che siano rispettate da tutti, ma occorre la volontà e il coraggio dei privati cittadini che diano sfogo alle loro idee, altrimenti non si hanno prospettive.

 

Perché i leonfortesi non l’hanno votata?

La spaccatura che si è creata all’interno del centro sinistra con 2 candidati a sindaco ha certamente compromesso la mia rielezione. C’è stata nel tempo un’azione interna, il cui unico obiettivo non era quello di vincere, ma di creare una dispersione di voti per impedire la mia riconferma. Tutto ciò è servito solo ad azzerare il PD a Leonforte a favore di altri comuni dell’ennese, regalando contemporaneamente ad un insolito centro destra locale il governo della città. Un altro motivo che mi ha penalizzato, è stato certamente quello di non essere stato bravo a divulgare quanto di buono è stato fatto dalla mia amministrazione, ricevendo un comune che era prossimo al fallimento e che, nonostante le enormi difficoltà dettate dal momento storico in cui viviamo, abbiamo risollevato dandogli serenità amministrativa programmando e progettando per il futuro. Di contro c’è stato chi essendo ipersocial ha cavalcato la popolarità criticando tutto ciò che si faceva e che invece oggi che si trova al governo, non riesce a dare soluzione ai problemi veri di Leonforte, ma ostenta piccoli segnali di futili cambiamenti. Il livore costruito artamente ha fatto da padrone in una campagna elettorale dove ha vinto l’insulto, la denigrazione e null’altro. In ogni caso credo che di questa esperienza i leonfortesi ne stiano già facendo tesoro per farne ammenda nel prossimo futuro.

 

Si ricandiderà?

Credo di aver donato già abbastanza tempo della mia vita a servizio della nostra comunità. Non sono interessato ad una nuova candidatura al palazzo di città. Spero che si formi e cresca una classe dirigente che con responsabilità e diligenza possa lavorare per gli interessi della collettività, per essere alternativa a questa compagine amministrativa, che sembra essere autoreferenziale e priva di un vero riferimento istituzionale.