Tra Asp Enna e Uil Funzione Pubblica contrasti applicazione contratto, ricorso al Giudice del lavoro

Enna. Sempre più lontane le posizioni di Azienda Sanitaria ed Uil Funzione Pubblica e sanità, rappresentata da Giuseppe Adamo e Gaetano Faraci, costretti a rivolgersi al Giudice del lavoro del Tribunale di Enna per comportamento antisindacale su un argomento molto importante come il contratto di secondo livello aziendale dove dovrebbe prevalere la meritocrazie e non le raccomandazioni politiche. Giuseppe Adamo e Gaetano Faraci non intendono mollare hanno presentato la loro denuncia, approvata dagli organi regionali e nazionali che hanno condiviso il loro comportamento e la loro opposizione nei confronti della Direzione generale dell’Asp. La querelle sul contratto si trascina da più di un anno ed un punto d’accordo non è stato mai trovato. Il Contratto di secondo livello aziendale è molto importante ed interessa circa 500 dei 1400 dipendenti dell’azienda sanitaria. La Uil provinciale con Adamo e Faraci evidenzia nella sua denuncia al Giudice del lavoro che la Direzione generale dell’azienda abbia fatto marcia indietro su una ipotesi d’accordo sul contratto integrativo promosso dalla stessa Uil, condiviso in un primo momento da tutte le altre sigle sindacali nel corso della trattativa e dal precedente management aziendale. Solo che le altre organizzazioni sindacali hanno poi disconosciuto quest’accordo, mentre la Uil Fp ha mantenuto il suo atteggiamento ed il suo impegno. L’accordo originario, secondo la Uil provinciale, regionale e nazionale, avrebbe subito delle modifiche che non vengono riconosciute dalla stessa organizzazione sindacale e li ritiene dannose per i diritti dei lavoratori non andando a premiare la meritocrazia. “Non si riesce a capire perchè questa marcia indietro sul contratto – dichiarano Adamo e Faraci – abbiamo cercato in tutti i modi di riaprire un dialogo, abbiamo fatto intervenire i segretari regionale e nazionale ma non c’è stato niente da fare. Vogliamo difendere la dignità dei lavoratori, deve andare avanti chi merita e non chi è più forte politicamente. Continueremo a lottare ed aspettiamo le decisioni del giudice del lavoro”.