La sentenza di condanna. Alloro e Falzone hanno diffamato Cicero per screditare la sua azione di denuncia

Dalla sentenza di condanna emessa dal Giudice del Tribunale di Enna, Giuseppe Elia Milazzo, emerge, chiaramente, che le diffamazioni propalate dall’on. Alloro e da Falzone “non ha avuto altro scopo che quello di discreditare e delegittimare Cicero davanti alla collettività, denigrandone l’operato e l’attività zelante di denuncia delle gravi irregolarità che riscontrava nei ruoli ricoperti dal 2009.”
In questi giorni è stata depositata la sentenza di condanna emessa dal Tribunale di Enna nell’aprile scorso a carico dell’on. Mario Alloro ex Deputato all’ARS, attualmente dirigente dell’IRSAP (difeso dall’avv. Silvano Domina) e di Salvatore Falzone di Caltanissetta (difeso dall’avv. Giuseppe Milano), per avere diffamato nel 2015, a mezzo stampa e social network, Alfonso Cicero al tempo dei fatti Presidente dell’IRSAP, parte civile al processo (difeso dall’avv. Annalisa Petitto), al quale è stato riconosciuto anche il diritto al risarcimento dei danni patiti per la somma complessiva di 25.000 euro. Dalla sentenza emerge che gli articoli di stampa ed i post facebook pubblicati contro Cicero, nonché i documenti acquisiti e le prove orali raccolte in dibattimento, hanno dimostrato l’offensività delle frasi pronunciate e la falsità delle affermazioni di Alloro e Falzone. Inoltre, le affermazioni pubbliche di Alloro e Falzone sono risultate intrinsecamente lesive dell’onore e della reputazione professionale della persona di Cicero, in quanto le espressioni utilizzate risultano offensive e calunniose ove attribuiscono falsamente a Cicero di avere posto in essere atti illegittimi nel periodo in cui ricopriva l’incarico di Presidente dell’IRSAP e, segnatamente, nell’attività di conferimento degli incarichi legali, nonchè di essersi recato a Enna per fare campagna elettorale per le elezioni comunali del 2015. La condotta degli imputati – come emerge dalla sentenza – non ha avuto altro scopo che quello di discreditare e delegittimare Cicero davanti alla collettività, denigrandone l’operato e l’attività zelante di denuncia delle gravi irregolarità che riscontrava nei ruoli ricoperti dal 2009. Le esternazioni pubbliche gravemente calunniose e diffamatorie sono originate dal rancore nutrito da Alloro nei confronti di Cicero sin dal 2009 che aveva avviato, a tutela dell’IRSAP, il procedimento per la revoca dal suo incarico di direttore generale del Consorzio ASI di Enna, nonché dal timore dell’estesa e concreta azione di contrasto alle illegalità nell’ambito della gestione del consorzio ASI di Enna, ove Alloro aveva ricoperto, per diversi anni, il ruolo di vertice gestionale. In sintesi, dal dibattimento è emerso che gli imputati hanno condotto una campagna denigratoria nei confronti del Cicero diretta a minarne la credibilità professionale e la reputazione innanzi all’opinione pubblica, attraverso affermazioni non veritiere e dal contenuto oggettivamente infamante.