A Nicosia in scena “aggiungi un posto a tavola”

Garinei e Giovannini? Vi dicono qualcosa? “Rinaldo in Campo” con Domenico Modugno con quel celeberrimo duetto del sì e del no o con quel “Siamo rimasti in tre: tre briganti e tre somari”. O anche “Aggiungi un posto a tavola che c’è un amico in più…” e tutti voi a quest’ora starete continuando il simpatico motivetto della commedia musicale “Aggiungi un Posto a tavola” tra i cui interpreti ricordiamo Johnny Dorelli. Insomma: Garinei e Giovanni i maestri della commedia musicale italiana. E che rivivranno a Nicosia il prossimo 25-26-27-28 Settembre grazie alla Compagnia Teatrale Filodrammatica “Girasole”. “Aggiungi un posto a tavola” è l’opera che sarà proposta al pubblico che invitiamo calorosamente a Nicosia al Cineteatro “Cannata”. E perché vi invitiamo? Perché ne vale la pena. La Compagnia “Girasole Filodrammatica” ci ha abituato a diversi e simpatici spettacoli teatrali, mai scontati e sempre trasmettendo a tutti la passione del teatro che da questi attori non professionisti trabocca e pervade il palcoscenico e oltre. La Regia è curata da Gaetano Di Dio, peraltro scrittore di testi teatrali che hanno avuto un ottimo accoglimento (ricordiamo l’ultima scritta a quattro mani con Miriam Campione “Da Domenica a Domenica”). Le originali scenografie sono curate da Mimmo Arena. E poi una vera e propria “macchina da guerra” è stata approntata per regalare al pubblico un qualcosa di mai visto a Nicosia e che di certo regalerà un paio d’ore di spensieratezza e allegria. Perché oltre ai vari attori che non dovranno solamente recitare ma anche ballare e cantare, diverse maestranze si sono messe in gioco, ricordiamo tra le altre Valeria La Greca per la direzione delle Coreografie e Ilenia Faro per la Direzione del Canto e Loredana Nisi per i Costumi. Non possiamo quindi non citare i tre grandi soggetti che supportano la compagnia, ovvero l’associazione “Dacosanascecosa”, “Arabesque Danse” e “All Music”. Le Riprese e post produzione sono affidate a Non SoloVideo di Adriano La Blunda. Il teatro sembra qualcosa di ormai superato, bistrattato dalla televisione e da quelle insulse soap opera mal fatte e con trame contortissime. Ma il teatro, a dispetto della televisione, è vita e arte vera e sublime, che mette in gioco non solo il regista, deus ex machina di tutto, ma chiunque, dal primo attore alla comparsa, impegnandolo in una lotta tra il proprio io e la finzione dell’alter ego, la maschera (o la persona che dir si voglia nel senso etimologico) che rappresenta. Aznavour, nella canzone “L’istrione” descrive in maniera palpitante questo sinolo tra attore e teatro, l’orlo di un abisso oscuro in una stanza di tre muri, dove l’attore piange, parla e ride del personaggio che vive. Aristotele parla del teatro, in particolar modo della tragedia, paragonandolo quasi ad una cura attraverso la catarsi, una liberazione intima dell’animo. Ma Aristotele è un esempio, metonimia di tutto il mondo Greco che non di rado, ricordiamo Pericle, ha incentivato e avvallato il teatro. E allora noi, degni figli dei classici, nani sulle spalle dei giganti, inchiniamoci al teatro non solo come momento, in questo caso, per “spezzare allegramente la monotonia del quotidiano”, ma per apprezzare la maestria di uomini e donne che, mettendosi in gioco, ci regalano un’opera d’arte indimenticabile.

Alain Calò