Fillea Cgil Enna su dissesto idrogeologico e chiusura strada SP 2

Alfredo Schilirò

E’ bastato un evento meteorologico naturale a chiudere l’ennesima strada di Enna e a paralizzare ancora una volta la povera economia del nostro territorio – E’ quanto affermato dal Segretario Generale della Fillea Cgil di Enna Alfredo Schilirò.
“Il cedimento della strada SP 2 rappresenta l’eclatante emblema della fragilità di un territorio ormai abbandonato a se stesso senza cura, senza manutenzione, senza tutela.
Per non parlare inoltre, della cosiddetta Panoramica, chiusa da lunghissimi anni, andata in appalto, aggiudicata da diversi mesi ma ancora ad oggi i lavori non partono …
Ma il dissesto idrogeologico e la chiusura della fondamentale via di accesso alla città di Enna rappresenta la fine dello STATO in questo territorio.
Infatti – continua Schilirò – lo Stato ha fallito, ha cessato di esistere, ha abdicato per altro… ha abdicato per un disegno politico che vede Enna relegata ad una “colonia sotto la dominazione di altri potentati” e quindi viene abbandonata al suo destino…”.
Non si tratta solo di Enna ma di tutta la ex provincia regionale di Enna dove si registrano a cadenza periodica, ponti crollati, pendici sbriciolate, e strade chiuse.
Dopo aver cementificato quello che c’era da cementificare dopo non aver rispettato aree di pertinenza fluviale, dopo non aver messo in sicurezza le pendici oggi, si è deciso di non riforestare adeguatamente, oggi ancora una volta si è deciso di abbandonare il paesaggio all’incuria.
Come un disco rotto – aggiunge il segretario degli edili della Cgil – ripetiamo che l’edilizia è in crisi e che gli operai edili non riescono a trovare lavoro… ma constatiamo con grande delusione che le istituzioni sono sorde a questi gridi di allarme.
Mettere in sicurezza il territorio è una grande opera, che darebbe lavoro e sicurezza.
Riteniamo- aggiunge Schilirò – che sia necessario impegnare annualmente, a livello nazionale e per vent’anni, le somme necessarie per procedere a quella manutenzione e messa in sicurezza del territorio che consentirebbe risparmi laddove si procedesse al recupero preventivo dei dissesti di evidente pericolo.
Nel solo triennio 2010-2012 il costo complessivo dei danni provocati da eventi franosi ed alluvioni in Italia è stato pari a 7,5 miliardi di euro pertanto il costo della prevenzione garantirebbe, alla lunga, maggiori economie di quanto non si spenda attualmente per il recupero.


A nostro parere, occorre innanzitutto avviare un programma di studio e mappatura del territorio, bisognerebbe avviare, inoltre, quelle opere necessarie a mettere in sicurezza il territorio stesso e infine si dovrebbero attivare delle politiche finalizzate a consumare meno possibile il suolo avviando un piano di ristrutturazioni sugli immobili esistenti.
Pertanto, si metterebbe in moto il lavoro edile sia di tipo idraulico che ambientale, si creerebbe occupazione per gli operai edili attraverso la pulizia degli argini, le opere di contenimento terra, la messa in sicurezza degli edifici pubblici e delle scuole, il rafforzamento delle abitazioni private.
Chiediamo da subito alla politica di abbandonare disegni miopi e superficiali quali cancellazione delle provincie, abolizioni di Prefetture ecc… e chiediamo che si occupi di politiche di sviluppo per questo territorio partendo dalla messa in sicurezza del territorio prevenendo i disastri e creando occupazione”.