Cerami. Convegno: “Dalla conquista normanna alla fondazione della confraternita”

Dare notizie è, per certi versi, un dovere civico. Dare notizie che trattano di eventi culturali, oltre che un dovere diventa un piacere perché l’impegno Culturale è sempre qualcosa da apprezzare. L’impegno culturale, specialmente nelle Nostre piccole realtà, rappresenta un impegno umano e un atto d’amore per la propria terra. E non si può e non si deve rimanere sordi e ciechi dinnanzi a questo impegno. L’indifferenza uccide. Siamo a Cerami, un paese che, seppur piccolo e con tutte le difficoltà delle piccole realtà, vive e conosce un grande fermento culturale (abbiamo avuto il piacere di dare notizie in tal senso parecchie volte).

Nella pregevole abbazia di san Benedetto di Cerami, sede dell’Arciconfraternita di San Michele Arcangelo locale, domenica 22 settembre, si è svolto un interessante convegno intitolato “Dalla conquista normanna alla fondazione della confraternita”. Rappresenta, già dal titolo, un convegno che porta alla commistione di storia e sentimento religioso. Un convegno che fa rivivere e trasmette le radici storiche comuni, patrimonio immateriale da salvaguardare. Un convegno che è stato inserito nel programma di festeggiamenti liturgici in onore di San Michele, da cui l’Arciconfraternita prende il nome ma che, ancor di più, diventa occasione di doppia ricorrenza in quanto si festeggia l’anniversario della fondazione della confraternita, che verrà solennizzato dalla celebrazione eucaristica del 29 settembre presieduta dal Vescovo di Nicosia, Mons.re Salvatore Muratore.

Dopo i saluti iniziali del superiore della confraternita, prof. Giuseppe Testa, e del Sindaco, prof. Silvestro Chiovetta, la parte viva del convegno si è dispiegata dinnanzi al numeroso pubblico presente grazie ai puntuali e interessanti interventi del Prof. Ferdinando Maurici e della Dott.ssa Michela Schillaci.

Il Prof. Maurici, docente di archeologia cristiana e medievale, ha contestualizzato in maniera magistrale il periodo storico in cui è avvenuta la fondazione perché la singolarità di un qualunque evento non potrà mai essere completa e quindi apprezzata se non viene innestata nella Grande Storia, quasi a richiamarci all’hegeliano motto di “il vero è l’intero”. E per arrivare a Cerami bisogna parlare delle radici altomedievali e spostarci innanzitutto in Nord Europa terra dei Vichinghi, che, una volta stanziatisi in Normandia, abbandonarono gradatamente i loro culti pagani cristianizzandosi e legandosi al culto dell’arcangelo. Ma chiamiamo questa popolazione con il nome con cui li conosciamo: i Normanni. In seguito, ha trattato del loro arrivo sul Gargano e della successiva conquista della Sicilia, avvenuta a partire dalla vittoria di Messina e dalla consecutiva Battaglia di Cerami del 1063 (a cui è legato il celeberrimo nome di Serlone). In questo modo, Maurici ha mostrato ai presenti come i Normanni siano giunti a Cerami e come questi abbiano diffuso la devozione verso l’angelo guerriero.

A seguire, la dott.ssa Schillaci, ricercatrice e appassionata di archivi che, mossa anche da una forte passione e amore della sua Cerami (vedete come l’impegno culturale rappresenta un atto d’amore?), ha esposto le ricerche condotte insieme al confrate Michele Chiovetta Caio, per chiarire come è nata la congregazione. Attraverso la rilevazione di alcuni documenti d’archivio che narrano la storia della stessa, ha spiegato che ancora molte fasi non sono molto chiare per via degli ancora numerosi tasselli mancanti. Ma una cosa è certa: la data di nascita della confraternita che si può individuare proprio a seguito di quella famosa battaglia di Cerami, con la vittoria dei Normanni sui Saraceni grazie, così dice la tradizione, all’intervento di San Michele. Ma pur se da quella data luci e ombre si alternano nella storia della confraternita, permane tutt’oggi una forte devozione all’Arcangelo da parte della comunità Ceramese, un culto che proviene da una devozione ancora più antica derivata dai luoghi per eccellenza del culto micaelico inseriti nella cosiddetta “linea dell’Arcangelo”.

Alain Calò