Aidone piange Buldo, il cane che accompagnava i defunti al cimitero

Aidone. Si dice che Buldo sarebbe stato investito. Lo chiamavano il cane dei funerali perché si accompagnava ai cortei funebri seguendoli fino all’interno del cimitero con quell’aria triste e la testa all’ingiù dettate dalla circostanza. Buldo o Vessicchio, come era soprannominato, l’amico dei grandi e dei bambini, è morto, avvelenato con una polpetta impastata con vetro. Finisce in questo modo la storia commovente di questo cane, il “gigante buono”, al quale tutto il paese era affezionato. Grandi e piccini gli volevano bene perché non era un cane come gli altri, non “conosceva cattiveria” e la crudeltà che noi uomini abbiamo- scrive Andrea Guarnera”. Stazionava solitamente in piazza Cordova e di mattina, quando vedeva i bambini andare a scuola, li accompagnava fin davanti l’ingresso. Non era un randagio; veniva accudito da Filippa D’Itria, una volontaria che lo aveva particolarmente a cuore e che, in tempi non sospetti aveva anche proposto di far edificare in suo onore un monumento. Anche il macellaio Pino Tespi, in via Cavour, posizionava, davanti al suo esercizio, ciotole ripiene di ossi e acqua. Nessuno lo temeva. Buldo era cresciuto in campagna ed aveva un padrone; la vita agreste però gli stava stretta, gli piaceva stare in mezzo alla gente e sistematicamente scappava per recarsi in paese. Alla fine il padrone se n’era fatta una ragione e Buldo o Vessicchio aveva messo fissa dimora in paese, libero di girovagare, senza mai impaurire nessuno. Anche il nostro quotidiano, qualche tempo fa, aveva raccontato questa bella storia di Buldo. Si accompagnava anche alle processioni religiose, alle bande musicali, dando il proprio contributo in termini di benevola e composta presenza. Tanti i commenti sulla tragica fine di questo cane che aveva un grandissimo legame con i paesani, e al quale si potrebbe attribuire il titolo di cane “onorario di Aidone”.

Angela Rita Palermo