Enna. “Io sto con Giuseppe” sui social sta diventando virale. Intanto anche oggi per entrare a scuola aiutato da genitori a salire con la carrozzina

Enna. Anche stamani Mirella ha portato a scuola Giuseppe, che frequenta la IV elementare della scuola Elementare Santa Chiara. E anche stamani sono stati alcuni genitori ad aiutarla a salire Giuseppe , costretto in carrozzina, per fargli superare le scale dell’ingresso principale dopo che è stato chiuso il cortile retrostante, dal quale il piccolo accedeva a scuola, per il crollo di una parte della canna fumaria. Il Comune ha già avviato i lavori di ripristino ma fino a che non saranno completati la madre dove sperare nella carità di qualcuno. “E’ inaudito – ci dice la presidente Paola Mazzucchi , presidente nazionale dell’Associazione delle famiglie italiane impegnate nella lotta contro la sindrome di Lesch-Nyhan, malattia di cui è affetto il piccolo – che nel 2019, dopo 30 anni, dalla legge sulle barriere architettoniche, ci siano ancora scuole inaccessibili ai disabili”. La dirigente dell’istituto, Maria Concetta Messina, aveva già chiesto un intervento, sin dal 2014, ma ancora ora la scuola non ha una scivola per superare le scale d’ingresso e non ha un ascensore che permetta ad un portatore di handicap di salire ai piani superiori. “ Perché deve essere negato l’accesso al primo piano a mio figlio? – si interroga Mirella madre del piccolo Giuseppe – Quando capita che c’è un evento al primo piano siamo costretti a portare a braccio mio figlio o deve rinunciare a partecipare”.
“Quando mio figlio, che oggi ha 30 anni frequentava il liceo, a Genova- rincara la presidente Mazzucchi – il preside ha fatto costruire un ascensore per permettergli di partecipare alle proiezioni nella sala cinema che si trovava al piano interrato”. Un’Italia due realtà e a fare le spese sono i più deboli. Giuseppe, che ribadisce la mamma ha diritto all’istruzione come ogni altro bambino, nonostante le difficoltà, ama stare in compagnia e adora la scuola. “Mi appello alle istituzioni comunali, alla scuola e alla società civile – conclude Mirella – Oggi è toccato a mio figlio, domani potrebbe essere la volta di un altro bambino portatore di handicap. Il problema va risolto affinchè nessuno debba patire le umiliazioni che stiamo subendo. Io come madre e mio figlio, che seppure con difficoltà comprende che qualcosa è cambiata”.
E intanto sui social è partita una campagna a sostegno del piccolo “Io sto con Giuseppe” che sta diventando virale. Un modo per sostenere la madre in questa battaglia di civiltà.

Pierelisa Rizzo


news di riferimento

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