Anche al carcere di Piazza Armerina padri e figli si incontrano per giocare a calcio

Padri e figli insieme, oltre le sbarre, per giocare a calcio. Anche il carcere di Piazza Armerina, per la prima volta e nonostante non abbia un vero e proprio campo sportivo, ha aderito all’iniziativa, promossa a livello nazionale presso gli Istituti Penitenziari  dall’Associazione “Bambini Senza sbarre”. Alla proposta, giunta quest’anno alla sua settima edizione, hanno aderito quest’anno settanta istituti penitenziari e, fra questi, per la prima volta,  superando le difficoltà legate alla mancanza di un vero e proprio campo sportivo, il carcere di Piazza Armerina. Il tutto per consentire quanto vi è di più semplice e naturale, una partitella fra padri e figli. Hanno partecipato all’evento anche i familiari dei reclusi ,  fra cui bambini di ogni età, che hanno invaso la rotonda dell’istituto, accolti dal   direttore, Antonio Gelardi, che  in un  breve saluto iniziale ha  ringraziato organizzatori e personale di polizia penitenziaria ed educatori, che si sono spesi per organizzare e gestire  gli eventi. Proprio questa rotonda del carcere piazzese è stata trasformata in spazio scenico per ospitare, in concomitanza, un altro progetto “GiochiAmo a giocare”, promosso a livello locale da Caritas e Caritas Young  di Piazza Armerina, che con i giovani volontari, hanno curato l’animazione della giornata con giochi, musica e canti. È stato anche  messo in scena,  un breve spettacolo a cura dei detenuti ospiti della struttura, sotto la guida di Stefania Libro e Samantha Intelisano che da qualche mese hanno avviato un laboratorio teatrale nel carcere. Un breve sketch di un pagliaccio, brani tratti dal Piccolo Principe e due brani musicali. Un modo per accorciare la distanza tra padre e figli la cui relazione si modifica per adattarsi alla struttura contenitiva del carcere e ai conseguenti limiti che si frappongono alla naturale espressione dell’affettività. 
Iniziative di questo genere che restituiscono naturalezza ai momenti di  incontro  si inseriscono, pertanto, nel solco della tutela della genitorialità che costituisce parte della mission dell’amministrazione penitenziaria. La mattinata si è conclusa con un momento conviviale,  un rinfresco offerto dalla Caritas , e alla fine i saluti.  “E una iniziativa – dice il direttore del carcere di Piazza, Antonio Gelardi – che vogliamo ripetere”.