Riprendono le lezioni all’Università Popolare di Leonforte: Gesù ebreo

Nella seduta del consiglio comunale di Trieste del 18 novembre 2019 si discusse della mozione per la cittadinanza onoraria alla senatrice Liliana Segre, che si risolse con un’approvazione unanime. Di quella seduta è rimasto inciso nella mente dei piu’ l’intervento del consigliere Fabio Tuiach (Gruppo Misto, ex Lega e Forza Nuova) così riassumibile: “Segre ha detto che Gesù era ebreo: da cattolico mi sento offeso”. Questo l’ìncipit della lezione di lunedì 13 gennaio. Affermare che Gesù era un ebreo, figlio di ebrei, morto da ebreo, scatena reazioni di evidente sconcerto, dice la professoressa Maria, eppure le Scritture sono chiare: Gesù otto giorni dopo la nascita viene circonciso siglando così, secondo la Torah, il suo patto con il Santo Benedetto e infatti nei vecchi calendari alla data del 1° gennaio figurava ancora la scritta “Circoncisione di N.S.G.C.” . Mezzo secolo fa, l’ebraicità di Gesù è stata riconosciuta dal Concilio Vaticano II. Dopo secoli di scoperto antisemitismo, papa Giovanni XXIII aprì un percorso di riconciliazione poi perfezionato da papa Giovanni Paolo II, con la visita alla sinagoga di Roma nell’aprile 1986 che si chiuse con questa affermazione: “Saremo fedeli ai nostri rispettivi impegni più sacri, ma anche a quel che più profondamente ci unisce e ci raduna: la fede in un solo Dio che “ama gli stranieri” e “rende giustizia all’orfano e alla vedova” impegnando anche noi ad amarli e a soccorrerli. I cristiani hanno imparato questa volontà del Signore dalla Torah, che voi qui venerate, e da Gesù che ha portato fino alle estreme conseguenze l’amore domandato dalla Torah”. Il professore Nigrelli ha spiegato come sia il cristianesimo che l’islam si pongono nel solco delle religioni abramitiche assieme all’ebraismo e infatti come figli di Abramo: ebrei, cristiani e musulmani sono spiritualmente uniti, pur nella presenza di numerose differenze. La lezione si è conclusa con un riferimento alla conferenza sul carcinoma mammario tenutasi sabato 11 gennaio. La dott. Longo ha sottolineato l’importanza della prevenzione nella cura e la possibilità di immediato intervento anche nella nostra realtà, con riferimento ai medici intervenuti sabato mattina ma eclissati da una strumentalizzazione dell’evento servita a denunciare lo stato di pericolosità del Ferro/Branciforti/Capra, deficitario di mezzi e personale. Con ordinanza n. 58 del 3 ottobre 2018 il sindaco Barbera invitava il direttore sanitario dell’ ASP di Enna “a prendere atto della criticità in cui versa l’Ospedale di Leonforte, stante le gravi carenze di personale, di apparecchiature mediche e strumentali con conseguente grave rischio per gli utenti delle prestazioni sanitarie” e ordinava, “per i motivi espressi in narrativa alla Direzione Generale dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Enna di provvedere immediatamente ad eliminare le criticità sopra evidenziate con il preciso obiettivo di ripristinare le normali condizioni lavorative presso l’Ospedale Ferro-Branciforti-Capra di Leonforte, al fine di prevenire eventuali danni agli utenti, grave nocumento ai cittadini del territorio e per lo stesso personale della struttura sanitaria”. Da allora nulla è cambiato. Occorrerebbe agire perché lagnarsi è inutile.

Gabriella Grasso