Svincolo A19 Enna: poco meno di un chilometro in 700 giorni significa avanzamento lavori di 1 metro e 30 centimetri al giorno

Enna si prepara al rinnovo dell’amministrazione comunale con una grande spada di Damocle sulla testa: la chiusura dello svincolo autostradale A 19 per ben due anni. Mentre tutti provano a scommettere in uno sviluppo che passi dal turismo, per una città bella ma che non ha mai permeato le rotte, né di massa né di nicchia della Scilia, la chiusura dello svincolo autostradale che, porterà i pochi e sparuti turisti a fare un giro, non ancora ben identificato per giungere nel capoluogo, sarà la botta di grazia ad una economia stentata.

Certamente i lavori, chiesti a gran voce, andavano fatti e, per farli, vuol dire che erano necessari.

Ma è impensabile lasciare una città capoluogo isolata per due anni. Poco meno di un chilometro in 700 giorni significa un avanzamento dei lavori di un metro e 30 centimetri al giorno. Una barzelletta, tutta siciliana, paragonata al tempismo nord italiano dove il ponte Morandi, opera imponente e complessa, sarà ricostruito in un anno.

Eppure la città, a parte qualche voce che si è levata nella nostra agorà cittadina, Facebook, dove i leoni da tastiera fanno da padroni, ha accolto la notizia prona, come sempre. Un evento del genere sarò destinato a compromettere irrimediabilmente il tessuto commerciale, turistico e alberghiero di questa città. I turisti ad Enna, data la totale assenza di promozione del nostro territorio, capitano per caso, mentre visitano siti e città che sanno raccontare il proprio il territorio. Neppure quel turismo, mordi e fuggi, quei viaggiatori da una notte e via, che finora hanno consentito la sopravvivenza, avrà spazio.

Per due anni per lavori di rifacimento strutturale, l’inizio dei lavori, a cura di Anas, costo 15 milioni di euro, è previsto per la fine del prossimo mese di marzo (non si aspetta nemmeno lo svolgimento della Settimana Santa, unico richiamo della città) con notevoli impatti sulla viabilità. “Siamo fortemente preoccupati per lo sviluppo e la sopravvivenza della nostra comunità cittadina – dice il una nota il segretario provinciale di Enna, Angela Maccarrone – La chiusura dello svincolo di Enna sull’autostrada A19 (Palermo-Catania), darà il colpo di grazia ad una città che da anni soffre”. A ciò si aggiunge i costi che dovranno sostenere le imprese di autotrasporto e i danni che, inevitabilmente saranno connessi ad un sistema di comunicazione su strada, inadatto a sostenere lo sviluppo del territorio.

Ma, a proposito, possibile che non si parla dell’apertura (prevista da anni) dello svincolo Ferrarelle!

E pensare che Enna ambiva a diventare la capitale della Cultura!!!

Da Repubblica: L’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone va al muro contro muro con l’Anas. Bloccando i lavori allo svincolo di Enna dell’autostrada Palermo-Catania che l’azienda vorrebbe far partire a marzo e inviando una diffida con la minaccia di bloccare trenta milioni di euro di finanziamenti dal Patto per il sud se nel frattempo non si sbloccherà un elenco di cantieri che include il viadotto Morandi di Agrigento, il ponte Agrò fra Santa Teresa Riva e Furci Siculo e il ponte Fiumedinisi: “L’Anas – accusa Falcone – deve rispettare gli impegni con la Sicilia”.
Si parlerà di questo e di tanti altri argomenti nell’incontro del 29 gennaio. In Sicilia si incontreranno Falcone, il presidente della Regione Nello Musumeci, l’amministratore delegato dell’Anas Massimo Simonini e il direttore delle manutenzioni Matteo Cassione: a loro Falcone sottoporrà ovviamente il dossier con i mille viadotti, ponti e gallerie che hanno bisogno di interventi sui quali la Regione ha preparato un dossier, ma nel vertice si parlerà ovviamente dello svincolo di Enna. L’Anas vuole chiuderlo per due anni per lavori di rifacimento strutturale che costeranno 15 milioni e che sulla carta dovrebbero partire alla fine di marzo, ma ancora ieri sera Falcone ha sbattuto i pugni sul tavolo: “Prima – taglia corto – bisogna creare una strategia per un collegamento alternativo. Soprattutto bisognerà prima concludere i lavori sui viadotti Rossi, Mulini e Giardinello, nella stessa zona”.  Intanto, però, all’Anas è stata recapitata anche un’altra minaccia. Obiettivo far partire gli interventi sulle strade siciliane finanziati con il patto per il Sud, pena la cancellazione dei finanziamenti: “L’Anas – ricorda Falcone – aveva anticipato che avrebbe lavorato di notte per fare più in fretta. Non è stato così: a questo punto l’azienda deve dirci quali sono le sue intenzioni”. Se ne parlerà nel vertice del 29 gennaio. E sarà una riunione infuocata.