Gli autonomisti siciliani si riorganizzano, tra i fondatori Francesco Colianni, assessore del Comune di Enna

Rinasce il partito degli autonomisti siciliani. Sindaci, consiglieri ed amministratori locali, giovani e rappresentanti della società civile si sono dati appuntamento questa mattina ad Enna, presso l’auditorium dell’istituto “Lincoln” per lanciare la fase costituente del nuovo soggetto politico.
Al tavolo dei relatori Francesco Colianni, assessore del Comune di Enna, ed i sindaci di Randazzo Francesco Sgroi, di Paternò Nino Naso, di Camporotondo Etneo Filippo Privitera e di Fondachelli Fantina Francesco Pettinato. Alle loro spalle campeggia la scritta: “Per la Sicilia”. Presenti in sala i deputati autonomisti Giuseppe Compagnone, Giovanni Di Mauro, Carmelo Pullara e l’assessore regionale della Famiglia, politiche sociali e lavoro Antonio Scavone.
“La base degli autonomisti siciliani non si è mai disgregata, è sempre stata presente nelle amministrazioni locali, nelle associazioni. La vera novità è che oggi torniamo ad incontrarci per fare fronte comune. E’ bastato un cenno per raccogliere oggi qui a Enna decine e decine di sindaci, assessori, consiglieri, giovani e professionisti per riprendere un cammino che mette al centro la Sicilia ed il suo sviluppo economico, possibile non certo attraverso misure assistenzialistiche come il reddito di cittadinanza, ma attraverso il sostegno alle imprese. In cima alla nostra proposta politica c’è la fiscalità di vantaggio per premiare chi, eroicamente, decide di investire nell’Isola”.

“Dobbiamo stare molto attenti a quello che stanno facendo le regioni del nord d’Italia che hanno un obbiettivo chiaro e mai nascosto: difendere i loro interessi, nascondendo obiettivi territoriali dietro il paravento del sovranismo spinto – afferma il sindaco di Randazzo Francesco Sgroi – L’autonomia differenziata che chiedono a gran voce ha l’unico obiettivo di trattenere per sé gran parte del gettito fiscale regionale sottraendolo alle casse dello Stato. Una prospettiva nefasta contro la quale dobbiamo organizzarci fin da subito – continua Sgroi. – Da autonomisti abbiamo il dovere di pretendere la fiscalità di vantaggio per la Sicilia. Oggi i Comuni vivono una condizione di disagio nei confronti dello stato centrale: politiche di bilancio che ingessano risorse, municipi che vanno in dissesto nonostante patrimoni importanti solo per assurdi vincoli di bilancio, il cui costo si riversa sui cittadini e sulle imprese. Il nostro partito deve essere un muro contro queste politiche”.
Al centro del dibattito, che ha coinvolto diversi assessori e consiglieri comunali di tutta la Sicilia, il tema dell’emigrazione, della crisi dell’agricoltura e delle infrastrutture, la cui situazione regionale è ormai drammaticamente precipitata, sia nei collegamenti viari e ferroviari che in quelli aerei.
La Sicilia è del tutto trascurata dalle politiche del governo – afferma l’assessore al Comune di Catania Giuseppe Lombardo – basti pensare al decreto sblocca cantieri. Tutte le grandi opere vengono finanziate da Roma in su. Al sud, salvo qualche eccezione, il nulla! E non è certo una novità. Ricordo la battaglia degli autonomisti sui fondi FAS per le infrastrutture, letteralmente rubati al Sud del paese per pagare le multe delle quote latte dei grandi produttori del nord”.
Per facilitare la partecipazione alla costruzione della proposta politica del costituendo partito è stata realizzata una piattaforma di condivisione on line, alla quale ciascun militante potrà iscriversi ed offrire il proprio contributo di idee. “Perché la nostra – ricorda Antonio Coniglio, già assessore al comune di Acireale – è soprattutto una battaglia culturale per riappropriarci del sentimento di appartenenza e dell’orgoglio di essere siciliani”.