Piazza Armerina: si è ormai in campagna elettorale… (ospedale e dissesto)

Il sindaco di Piazza Armerina, dopo l’apertura della campagna elettorale con il pre-comizio della scorsa domenica, incentrato sul dissesto e sul suo fallimento amministrativo, vira l’attenzione, da bravo oratore e con l’utilizzo della buona e socratica retorica, sul nosocomio piazzese. Utilizzando i social come mezzo di comunicazione, dichiara di aver inoltrato un atto di diffida al Direttore Generale dell’Asp di Enna Dott. Iudica e per conoscenza all’Assessore Regionale Razza, chiedendo la convocazione della conferenza dei sindaci ed ai cittadini la massima allerta, hashtag “l’ospedale non si tocca”.
Andiamo per ordine…..
Sarebbe bene ricordare che, nell’ultima conferenza dei Sindaci, il sindaco di Piazza Armerina, dopo le dichiarazioni del Direttore Generale dott. Iudica, relativa alla soppressione delle strutture semplici dipartimentali autonome e con budget autonomo (cioè non dipenderebbero da Enna sia a livello organizzativo quanto economico… e le diverse altre proposte) avrebbe dichiarato che “non aveva nessuna pregiudiziale alla proposta del dott. Iudica, quindi si trovava in perfetta sintonia con la direzione strategica aziendale. Se la memoria storica non inganna, anche in illo tempore, cioè dal primo mandato di diversi anni fa, il Direttore Iudica sosteneva un suo progetto di riorganizzazione e potenziamento delle strutture sanitarie della provincia di Enna, così come oggi, quindi non ha cambiato idea, chiamasi coerenza, per il primo cittadino sindaco della città dei mosaici termine sconosciuto. Che si possa essere più o meno d’accordo è cosa soggettiva, ben altro è la politica.
Andiamo alla politica, e così come piaceva a Socrate facciamo delle ipotesi: supponiamo che venga in visita al nostro nosocomio il Dirigente, che faccia la proposta ad un primario di attivare un tipo di assistenza chirurgica conosciuta come “week surgery” (con il termine “week surgery”, si intende la possibilità clinica, organizzativa ed amministrativa di effettuare interventi chirurgici, o anche procedure diagnostiche e/o terapeutiche invasive con ricovero limitato a pochi giorni, massimo quattro giorni e dimissioni entro il fine settimana; supponiamo che questi accetti… supponiamo che la cosa non piaccia ad altra figura apicale che, volendo o non volendo, deve mostrare un certo interesse per l’ospedale… supponiamo che passa voce ad altra figura apicale chiedendone prontamente provvedimenti nei confronti del Direttore, reo di non avere attuato la programmazione come da decreto e non aver mantenuto le debite promesse… supponiamo che, questa ultima figura gridi all’oltraggio… supponiamo che, sempre questa ultima figura sia amico intimo di una figura apicale, ma più piccola, che gli suggerisca, per rialzare la china della sua ormai lesa fama di amministratore, di far propria questa battaglia esonerando l’artefice reale… ecco che, l’anima del sindaco partorisce l’idea del video-comunicazione, che grinta, che passione, che espressione di “ora t fazzu viri u d qual erba s fa a scupa”. Io sono del parere che solo i cretini non cambino idea, ma tornare sui propri passi, peraltro da dichiarazioni rese in pubblica conferenza (dei sindaci), mi fa pensare che questo parto sia podalico e che il caro sindaco, dopo la figura di meconio sulla riuscita del suo comizio cercando di nascondersi dietro il dito, abbia preso al volo la proposta di rimediare con la problematica della paventata chiusura del nostro ospedale che, tanto sta a cuore a tutta la cittadinanza, dando in pasto ai cittadini il Direttore Generale.
Ora se ben ci riflettiamo è da circa vent’anni che l’ospedale Chiello dovrebbe chiudere ed ancora resiste, sicuramente non sta bene e spesso viene boicottato dagli stessi piazzesi (non me ne vogliate ma è così). Ma andiamo al dunque, cari cittadini, la chiusura, eventuale, del Chiello, sarà determinata dalla politica e non dalla sola volontà del Direttore Generale che, se così fosse stato la avrebbe già determinata, invece, proprio il Direttore Generale ha comunicato che a breve arriverà anche la risonanza magnetica a Piazza Armerina, cosa buona e giusta. Quindi, anziché mobilitarci per la paventata chiusura dell’ospedale, bisogna mobilitarsi prima contro il dissesto del comune che, significherebbe dissesto della città e contemporaneamente non perdere d’occhio l’ospedale… Troppo comodo per il sindaco gridare “armiamoci…….. e partite” … Sindaco, non distolga l’attenzione sul momento tanto grave e delicato quale quello del dissesto del “Comune”, perché, come anche lei sa benissimo, non è affatto vero che sarà un bene per il paese e per l’Ente stesso.
“Ora et nunc”, cioè «subito, immediatamente».

Anna Zagara