Sen.Trentacosta (M5S): allarmante la depurazione delle acque reflue in provincia di Enna

“Un quadro più che allarmante quello che riguarda la depurazione delle acque reflue in provincia di Enna. Già, dall’audizione del Procuratore della Repubblica di Enna Massimo Palmeri, durante la Missione della Commissione Antimafia del 2016, emerse che su 25 depuratori che servono i 20 comuni ennesi, ne erano in funzione 19, diversi dei quali però non depurano correttamente”. Così, il senatore del Movimento 5 Stelle Fabrizio Trentacoste che da anni denuncia la cattiva gestione del servizio idrico nell’Ennese.
“A gestire il servizio di depurazione delle acque reflue è sempre AcquaEnna, – spiega il parlamentare – cui spetta la gestione dell’intero ciclo delle acque. Tutti i depuratori della nostra provincia presentano dei malfunzionamenti, come evinto dagli atti ufficiali della Commissione Antimafia del 2016 e ancora oggi, purtroppo, – continua Trentacoste – non si registra nessun miglioramento della situazione, nonostante le onerose procedure d’infrazione da parte dell’Unione Europea a carico del nostro Paese e, in particolare, alla Sicilia. Poco meno di 300 comuni, sui 390 comuni siciliani, sono soggetti a procedura di infrazione perché fogne e depuratori non funzionano, in pratica tre quarti dell’intero territorio regionale ha problemi di inquinamento da reflui fognari.
“E pensare – conclude il senatore dell’Ennese – che la Sicilia aveva a disposizione un miliardo per rinnovare reti fognarie e depuratori, ma l’appalto dei lavori è stato molto lento. I fondi a disposizione, nel frattempo, sono cresciuti di altri 400 milioni. La cosa più grave è che gli enti gestori del servizio idrico, compreso AcquaEnna, continuano a far pagare un canone per la depurazione in bolletta, in media circa € 200 l’anno per famiglia, anche ai residenti di quei quartieri o interi comuni, dove gli impianti non funzionano, o sono addirittura inesistenti”.

Continua il senatore Trentacoste: “Il gestore del Servizio Idrico Integrato AcquaEnna, ancora oggi, impone ai cittadini una delle tariffe più alte d’Italia. Analizzando e mettendo a confronto i costi delle utenze domestiche degli ultimi dieci anni nell’Ennese, ci si accorge di un aumento costante e non giustificabile del costo del servizio, in particolare dei costi di depurazione e delle partite pregresse, anno dopo anno”. Così, il senatore del Movimento 5 Stelle Fabrizio Trentacoste che, ancora una volta, torna a parlare della gestione del servizio idrico in provincia di Enna. L’articolazione tariffaria di AcquaEnna, per l’anno 2019, – continua Trentacoste – oltre alla quota fissa per la depurazione, che per le utenze domestiche è di € 13,49 anno, prevede una quota variabile in fascia unica di € 0,5334 mc, rendendo così, i costi in bolletta sempre più vertiginosi”. “Bollette – aggiunge il parlamentare – sulle quali il gestore impone le partite pregresse, il deposito cauzionale e un inesistente servizio di depurazione”.
“È inaccettabile che le famiglie e i cittadini – conclude Trentacoste – continuino a pagare a caro prezzo, senza alcuna riduzione dei costi fissi, un servizio tanto inefficiente e spesso soggetto a interruzioni. Ricordo, infatti, le innumerevoli sospensioni dell’erogazione idrica registrate recentemente, a causa di guasti, e le frequenti erogazioni di acqua impura nelle case dei cittadini, un vergognoso disservizio di cui il gestore AcquaEnna deve rispondere ai cittadini e di cui i sindaci non chiedono ragione”.
Il senatore Cinquestelle nel tempo ha coinvolto tutti gli organi preposti, Magistratura, Sindaci, ARPA, Regione e Siciliacque: “Chiedo ad ognuno di fare la propria parte, servono verifiche e risposte immediate sul caro-acqua, senza tralasciare le altre storiche irregolarità, anche a carattere vessatorio, cui questa società di gestione ci ha abituati”.