Enna, troppa gente in giro, denunce per arrivi zona rossa senza comunicazione

Enna. Troppa gente in giro. All’indomani della firma del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, che estende la zona rossa a tutta l’Italia, Enna è ancora troppo popolata. Ma non solo Enna, Catania, Palermo e molte città siciliane. Dalla nostra correttezza e dalla responsabilità dei nostri comportamenti dipende il nostro futuro. Il decreto è chiaro: non bisogna uscire se non per motivi legati ad esigenze personali e familiari, per motivi di lavoro comprovati da un’autocertificazione e per motivi sanitari. Dunque stop ad assembramenti anche all’aperto, a chiacchierate al bar, niente strette di mano né baci e abbracci, ma a questo ci siamo quasi abituati, niente gite fuori porta. Evitare di ammassarsi davanti ai supermercati. Il Governo ha assicurato che gli approvvigionamenti non mancheranno. Misure eccezionali che limitano la libertà personale perche eccezionale è la situazione che stiamo affrontando. Già stamani, davanti al teatro Garibaldi, in pieno centro, le forze dell’ordine fermavano i passanti per chiedere il motivo delle loro uscite. Richiesta che spesso ha provocato quasi un’indignazione, dimentichi del fatto che tutto questo è fatto per evitare il peggio. Perche la sensazione è quella di un nemico lontano, di qualcosa che qui arriverà in maniera più blanda (ce lo auguriamo di cuore), che è tutta un’esagerazione. Eppure gli ospedali, anche l’Umberto I, si sono preparati a contenere un’eventuale onda d’urto. Ma la verità è che se in Sicilia e ad Enna dovesse avvenire quello che è avvenuto in Lombardia e in Piemonte, la sanità non sarebbe in grado di soccorrere tutti, come non lo è in grado in quelle regioni che hanno 10 volte i posti letto che abbiamo qui. Pochi posti di Rianimazione e di Malattie Infettive, reparti importantissimi, nel soccorso dei malati di coronavirus. E poi, al nord come al sud, c’è quel documento, spietato e oggettivo, della Federazione Nazionale degli Anestesisti e Rianimatori che, come avveniva in tempo di guerra, a parità di gravità di condizioni si soccorrono le persone più giovani che hanno più possibilità di sopravvivere. Ecco di che parliamo quando invitiamo alla responsabilità. Un sacrifico di qualche settimana per evitare il peggio. E, a proposito di responsabilità. Ieri i vigili urbani di Enna hanno denunciate 4 persone che di ritorno dalla zona rossa non avevano comunicato il loro arrivo alle autorità sanitarie. “Oggi – annuncia il sindaco Dipietro – scatteranno molte altre denunce”.

Pierelisa Rizzo