Carri armati in città e nei paesi?

La guerra al Covid-19 la faranno i militari, che a colpi di cannone spareranno ai podisti, i nuovi untori. I contagi nell’ennese aumentano e le difficoltà di ricovero anche. Da quando la sanità pubblica è diventata azienda, il profitto ha fagocitato ogni altro aspetto della cura. Il malato è diventato un numero e il malato anziano un peso. Oggi questa indicibile verità è inconfutabile e armarsi di soldatini a chi serve? Non sarebbe meglio insistere per potenziare le strutture esistenti, distribuendo i reparti ordinari fra Leonforte e Nicosia e accentrando all’Umberto I di Enna lo straordinario? Come è stato fatto già con Dermatologia e Nefrologia al Chiello? A oggi esistono solo 12 posti letto per le malattie infettive e tutte all’Umberto I.
Non sarebbe auspicabile aumentare i laboratori in grado di analizzare i tamponi o incrementare il personale medico e paramedico, munendolo di presidi sanitari elementari?
Si pensa forse che passata l’emergenza i reparti dislocati all’F/B/C e al Basilotta non facciano più ritorno a casa?
E anche se fosse non sarebbe una valida applicazione della sanità in rete da sempre raccontata e mai realizzata?
Cosa devono venire a presidiare i militari? I paesi vuoti e silenziosi già dalle prime luci del mattino? Potremmo usarli per controllare le file, ordinatissime, ai supermercati che il nuovo decreto ministeriale vuole aperti anche il fine settimana contro la volontà di Musumci, che invece ne aveva annunciato la chiusura proprio nel fine settimana.
Tutto serve in questo momento di confusione e paura tranne che l‘esercito a meno che si non si usino i carri armati per il trasporto di medicine e dottori. I sindaci dei comuni di Agira, Assoro, Nissoria e Leonforte hanno indirizzato una lettera alla presidenza della Regione con la quale si chiedono misure straordinarie per contenere l’emergenza che vivono i loro territori. “Troppo tempo per un tampone, troppo tempo per contattare le persone da quarantena, non riusciamo a far fronte al controllo del territorio perchè privi di mezzi, personale e informazioni. Vogliamo subito misure straordinarie… se il nord è stato un disastro il sud può essere ancora peggio. Bisogna correre ai ripari subito e bisogna fare in modo che l’ASP e l’assessorato Regionale varino misure straordinarie che ancora non si sono viste. Abbiamo già visto realizzare in tempi brevissimi ospedali da zero, attrezzare reparti, predisporre macchinari, assumere personale. Bene abbiamo anche le strutture che sono pronte a fare ciò e potrebbero trovare una destinazione nuova e utile. L’ospedale di Leonforte è sostanzialmente pronto e vuoto, basta volerlo e spendere meno soldi e dove servono. Ci sono reparti nuovi, ci sono centinaia di posti disponibili, mense, laboratori, ambulanze, si possono in poco tempo attrezzare reparti di rianimazione di terapia intensiva e farlo diventare un punto di eccellenza in questo campo. Ad oggi quello che forse manca è la volontà di farlo”.
Riuscirà stavolta l’ennese ad avere risposte adeguate? O dobbiamo prima contare i morti e usare i camion militari come sono stati usati a Bergamo?

Gabriella Grasso