Troina. Sindaco, Cgil e Cisl lanciano allarme e chiedono aiuto: focolaio all’Irccs Oasi Maria SS rischia di tramutarsi in incendio se non si interviene subito

Troina. E’ seria, molto seria, l’emergenza coronavirus all’Irccs Oasi Maria SS. Che sarebbe diventata seria erano in molti a prevederlo, quando si erano manifestati i primi segnali del focolaio, un paio di settimane fa. Ora che il focolaio sta per assumere i tratti di un incendio, che rischia di espandersi all’intero paese, a certificarlo sono il sindaco Fabio Venezia e le organizzazioni sindacali territoriali interprovinciali Cgil e Cisl di Agrigento-Caltanissetta-Enna. Il sindaco Venezia ha chiesto, proprio qualche ora fa. all’esercito italiano di inviare urgentemente “personale sanitario e dispositivi di protezione per fronteggiare la gravissima emergenza sanitaria dell’Irccs Oasi Maria SS, dove si sta diffondendo un tremendo focolaio”. All’Irccs sono ricoverati 160 disabili di cui 20 contagiati, ma ce ne sono molti di questi disabili che presentano gravi sintomi, che sono tipici del contagio da coronavirus, in attesa dei tamponi di conferma. Aggiunge Venezia che “per la loro assistenza, h24, sono impiegati circa 130 operatori tra medici, infermieri ed operatori socio-sanitari, che stanno effettuando turni massacranti senza dispositivi di protezione individuale”. Anche le organizzazioni sindacali Cgil e Cisl lanciano l’allarme. Hanno inviato oggi all’assessore regionale alla sanità, al prefetto di Enna e al commissario Irccs-Oasi Maria la lettera per manifestare la loro preoccupazione per le condizioni di lavoro dei dipendenti dell’Oasi Maria SS. Fino ad oggi, i casi di contagi di coronavirus accertati all’Oasi Maria SS sono 33: 20 ricoverati e 13 dipendenti. Per altri 36 dipendenti si attendono i risultati dei tamponi. Si teme che il numero possa crescere ancora nei prossimi giorni. Da qui scaturisce la lettera con la quale Cgil e Cisl lanciano l’allarme e chiedono “il pieno rispetto del protocollo dei DIP (dispositivi di protezione individuale) raccomandati per la prevenzione del SARS – CoV – 2 per contesto lavorativo del Rapporto ISS Covid-19 n. 2/2020 dell’Istituto Superiore Sanita e Decreto Cura Italia”. Cgil e Cisl ritengono che ci siano “gravi falle” nelle misure adottate per contenere la diffusione del contagio all’interno dell’Oasi. Falle che espongano al rischio di contagio il personale costretto a lavorare in queste condizioni. ” Così facendo non solo non si contiene la diffusione, ma la si veicola nel modo peggiore”, dicono le organizzazioni sindacali. Per Cgil e Cisl, “è gravissimo non dare adeguate precauzioni e cautele a chi sta rischiando la propria vita, quella dei propri familiari e dell’intera collettività”. “I nostri appelli sono rimasti inascoltati”, denunciano le organizzazioni sindacali, che chiedono pertanto “un intervento immediato e senza ulteriori deroghe ai vertici dell’Asp e alle autorità preposte nei confronti di chi continua a precettare la presenza in servizio di operatori in massa e già esposti”. Per le organizzazioni sindacali si prefigura l’ipotesi di reato contro la salute pubblica prevista dall’art. 452 del codice penale.

Silvano Privitera