Leonforte. Donazione di alimenti e mascherine, fatte in casa

Leonforte. Stamattina su Facebook una catena di Sant’Antonio spingeva la gente alla condivisione virtuale di cibo. Dalla “catena” è nata una discussione sui profitti di social indifferenti al senso del dono e sensibili al guadagno, tutt’altro che virtuale. Dalla discussione è nata anche l’idea del “Carrello Solidale”. A Leonforte alcuni privati cittadini e molti gestori di piccoli alimentari e di supermarket hanno donato beni di prima necessità senza pretendere lodi. E nei giorni del coronavirus, che rende le disparità sociali ancora più difficili da gestire lasciare nel carrello quello che si può è segno tangibile di carità. “Ieri abbiamo distribuito latte, pasta e altri alimenti di primissima necessità a compaesani, che non possono più comprarli perché dignitosamente campano di lavoro giornaliero” dice Nino Scordo gestore leonfortese di supermercati. Al tempo della nuova peste c’è chi specula, chi resta indifferente e chi condivide: alimenti e mascherine. Queste, impossibili da trovare, vengono cucite in casa. Le signore, capaci di maneggiare ago e filo, si sono messe a produrle per regalarle a chi ne ha bisogno. C’è chi usa la carta da forno, chi le garze e la pellicola da cucina, chi sfodera la coppa del reggiseno. “Che ci vuole” dice la signora Pina Quagliano “ho seguite le direttive che mi ha dato il medico di famiglia e l’ho fatto”. Incerata, elastico ricavato da vecchi indumenti e buona volontà.

Gabriella Grasso