Enna. Segretari di CGIL CISL UIL: subito tavolo istituzionale per concordare misure nazionali e regionali ai comuni

La provincia ennese non era preparata, così come il resto delle province italiane, all’emergenza coronavirus e non è in grado di poter fronteggiare l’ulteriore emergenza produttiva e sociale che ne deriverà quando usciremo da questa situazione.
L’emergenza nell’emergenza, la definiscono i segretari Nunzio Scornavacche della CGILEnna, Carmela Petralia della CISL AgClEn, Vincenzo Mudaro della UIL ClEn, che presto scoppierà come una bomba ad orologeria.
“Le somme erogate in favore dei comuni – fanno presente i tre segretari – non sono altro che un acconto anticipato di due mesi sui tempi previsti, certo con snellimento delle procedure perché non sarà necessario procedere all’approvazione dei vari bilanci comunali per utilizzare il denaro, ma nessun aiuto straordinario da parte del Governo in una situazione certamente più che straordinaria, dove le conseguenze pesano come un macigno sulle spalle di amministrazioni comunali, imprese locali, lavoratori e lavoratrici, pensionati e pensionate.
C’è un sistema economico e produttivo in ginocchio e sicuramente insufficiente risulta la somma di un milione e mezzo circa che la provincia di Enna riceverà per le attività di sostegno alle popolazioni in difficoltà da un punto di vista sociale”. Continuano i Segretari di CGIL CISL UIL, in una realtà come la provincia di Enna, già fortemente compromessa dal degrado e dalla marginalità tipica delle aree interne, questa crisi devastante potrebbe essere l’ultimo colpo mortale. Purtroppo la provincia di Enna risulta essere oggi, in Sicilia al primo posto per numeri di contagi , ricordano CGIL CISL UIL – l’unico primato che non avremmo mai voluto detenere – dove il personale sanitario tutto, medici, infermieri ed operatori sta svolgendo con massimo impegno un compito che li mette a dura prova. Abbiamo un sistema sanitario che negli anni ha subito troppi tagli e nonostante ciò sta cercando di fronteggiare l’emergenza nel migliore dei modi, anche nella precarietà”.
Ed ecco la proposta dei segretari dei sindacati “Si rende più che mai necessario che tutte le forze istituzionali, datoriali, sindacali, laiche e cattoliche facciano la loro parte, predisponendo già da subito un tavolo istituzionale, coinvolgendo le parti sociali, affinchè si possano concordare, in accordo con le misure nazionali e regionali, delle misure specifiche per le nostre realtà dell’entroterra”.