Qualcosa nel presidio Covid non ha funzionato, anzi non funziona, dure critiche del PD ennese

Se non ci fossero un polo positivo ed uno negativo, le pile non avrebbero da esistere; se non ci fosse una mano destra ed una sinistra, entrambe non laverebbero bene il viso; se non ci fosse una corrente politica di destra ed una di sinistra, non ci sarebbe confronto; se non ci fosse un’opinione cittadina che appoggi la maggioranza ed una la minoranza, non solo per quanto concerne le scelte politiche, non ci sarebbe nulla da ridire, obbiettare, approvare, proporre o su cui polemizzare. Di certo però, non ci voleva il Covid-19 a farci constatare quanto potesse valere la nostra sanità, sia a livello nazionale, regionale, quanto provinciale. Diciamo da subito che, il piano organizzativo per i presidi Covid e Covid free, non ha avuto la stessa valenza dell’esistenza di un polo positivo ed uno negativo, prioritari al funzionamento della pila. Qualcosa nel Covid non ha funzionato, tanto da portare il Non Covid ad essere esposto come il Covid. Ciò ha determinato, talvolta anche con qualche forma di sana ignoranza, un elevarsi di opinioni in contrapposizione fra di loro come buona società richiede. Non è stata gradita la scelta della dirigenza dell’Asp di Enna, inerente gli ordini di servizio per alcuni sanitari del nosocomio piazzese, Non Covid, di turnare su Covid. Giusta la preoccupazione dei cittadini e degli stessi sanitari ma non determinante. Determinante invece, la scelta della direzione che, con una nota divulgata a mezzo stampa, ha voluto spiegare quali ordini organizzativi avessero prevalso su tale scelta, sottovalutando però che, nonostante non ci sia stata ancora, e speriamo mai, una esplosione di contagi da Covid, nella nostra Regione, l’ospedale Umberto I di Enna e l’Oasi di Troia, rappresentano i veri focolai nella nostra provincia. Impensabile perciò, utilizzare la mobilità di altri sanitari verso il Covid 1-2 e 3 di Enna, determinando malgrado tutto, la promiscuità a seguito del ritorno degli stessi alla struttura di appartenenza. A fronte della mancanza di organico, vuoi per quarantena, vuoi per malattia, vuoi per turni massacranti dei sanitari su Enna, sarebbe stato magari opportuno prevedere la possibilità di utilizzare personale di altri presidi sì, impedendone però la mobilità. Per essere più chiari: sanitario di Piazza Armerina deve turnare su Covid di Enna, non deve rientrare su Piazza Armerina; turna per un periodo concordato, finito questo si sottopone a tampone, rientro al proprio presidio solo ad esito negativo del tampone. Questo avrebbe potuto mantenere in sicurezza il P.S. di Piazza Armerina e tutto il nosocomio. Il condizionale è d’obbligo, già… sapete perché? Perché in pronto soccorso arrivano pazienti con patologie diverse dalla sintomatologia Covid -19, che vengono trattati senza DPI, e che solo dopo, purtroppo, si scoprono essere positivi; oppure capita che i sanitari, che sono stati a contatto con soggetti positivi, possono mettersi in quarantena, solo dopo esito del tampone; oppure ancora, ci sono quei sanitari che, in barba al Covid-19, elargendo virilità da tutti i pori della pelle, vanno in giro per il reparto senza DPI, pur potenziali Covid… Già, del tipo “tutto ciò che non mi uccide ma …”. La tutela della salute dei sanitari deve prevalere anche su quella dei pazienti, sono i sanitari che, loro malgrado, diventano i cosiddetti “untori”. È ormai in possesso di molti presidi Covid, compreso Enna, il test rapido sierologico che permette una diagnosi precoce della positività al Covid-19 oltre ad effettuare una stadiazione epidemiologica che ne permette la verifica del soggetto positivo ma privo di sintomi. Questi test, proprio per la celerità dell’esito, dovrebbero essere eseguiti su tutti i sanitari di tutti i quattro presidi evitando la vana attesa di chi ancora oggi attende il risultato, e lavora, o di chi addirittura dopo previa richiesta, ancora attende. Quindi a chi dare la colpa? Alla dirigenza? Risponde che ha fatto le scelte più adeguate alla situazione. Alla politica? Risponde che, ci si doveva pensare prima, ormai… Ai sindaci? Anche qui ci vuole fortuna, la scelta di questi tempi è equiparabile al “friggere un uovo riuscendo a non rompere il tuorlo”. Diversi i proclama affinché si possa rimediare: dal singolo consigliere comunale di Piazza Armerina, Arancio Concetto; all’intero consiglio Comunale di Aidone e non ultimo la Federazione Provinciale di Enna del PD.
Anna Zagara


Comunicato inviato dalla Federazione Provinciale del Partito Democratico di Enna, a firma del Segretario provinciale Vittorio Di Gangi:
Negli ultimi giorni, dalle notizie che si apprendono dalle televisioni e da alcuni articoli di stampa sembrerebbe che in Sicilia, così come del resto in tutta Italia, ci sia quasi un forte rallentamento sulla diffusione della Pandemia e c’è già chi individua la nostra Regione come una di quelle che prima uscirà dal fermo totale.
Ma sarà veramente così?
Noi, che siamo quotidianamente a diretto contatto con i Sindaci del nostro territorio e con le nostre comunità, abbiamo la convinzione che perlomeno ad Enna così non è.
Le stesse perplessità sono state evidenziate nel corso del dibattito all’Assemblea Regionale dall’Onorevole del PD Antony Barbagallo, il quale ha rimarcato la mancata comunicazione, da parte dell’Assessore regionale alla Salute Ruggero Razza, del numero dei tamponi richiesti e non effettuati, sulla carenza in tutta la Sicilia dei reagenti che ritardano non poco la conoscenza del numero reale dei contagiati, mettendo a rischio il grandissimo sforzo che il personale sanitario in primis e tutti gli altri, poi, stanno facendo.
Sin dall’inizio di questa emergenza abbiamo deciso di dare un contributo fattivo e propositivo cercando di evitare inutili polemiche, ma non abbiamo perso un’istante ad alzare il livello di guardia quando sono apparsi i primi focolai del contagio, considerati anomali rispetto al resto dell’isola.
Non possiamo stare inermi quando vediamo che le richieste legittime del personale sanitario e dei Sindaci della nostra Provincia, senza distinzione di colore politico, rimangono senza risposte.
I dati diramati l’8 aprile 2020 dalla Regione Siciliana, poi, non ci fanno dormire sonni tranquilli in quanto al di là dei numeri in valore assoluto ci consegnano un quadro a tinte fosche della pandemia da coronavirus nella provincia di Enna che necessitano di una seria ed attenta analisi.
Su una popolazione di 164.000 abitanti risultano contagiati 296 persone, vale a dire 1 ogni 557, circa 4 volte la media regionale che si attesta a 1 ogni 2.316 e quasi 8 volte in più di Palermo.
Nel Capoluogo regionale, infatti i contagiati dall’inizio dell’epidemia ad oggi sono 329 (1 su 3807 abitanti), di cui 31 risultano guariti (a Enna soltanto 1), 12 sono deceduti (a Enna 16), 70 sono ricoverati (a Enna 171), mentre in isolamento domiciliare ve ne sono 216 (a Enna soltanto 108).
Un abitante su 960 della provincia di Enna risulta ricoverato in ospedale (circa il 60% dei contagiati e ben 18 volte il dato di Palermo in cui ci si attesta a 1 su circa 18.000 circa, mentre la media regionale è pari a 1 su 8.000.
Non va meglio per l’incidenza di mortalità: la Provincia di Enna piange 1 morto ogni 10.000 abitanti circa mentre la media regionale si attesta a 1ogni 38.000 abitanti circa.
Delle 4 zone rosse dichiarate dalla Regione Siciliana, due sono nella nostra provincia: Agira e Troina.
A Troina la situazione da un punto di vista numerico è drammatica: su 9.300 abitanti ben 162 sono le persone risultate positive al test sul Covid-19, ma ancor più grave è il fatto che il contagio interessa la maggior parte dei ricoverati e operatori dell’Istituto Oasi Maria Santissima, struttura che accoglie circa 160 disabili ed in cui lavorano circa 130 operatori tra medici, infermieri e operatori sanitari. Ad oggi ben 100 sono gli ospiti risultati positivi mentre 57 tra gli operatori, determinando un rapporto tra contagiati e popolazione pari a 1 ogni 130 abitanti circa. Speriamo soltanto che con l’aiuto del personale medico dell’Esercito Italiano si possa contenere la propagazione del contagio e le drammatiche conseguenze.
Non fanno stare tranquilli nemmeno i dati del triangolo Agira, Assoro e Leonforte in cui sono stati accertati circa 80 casi positivi e molti sono in attesa di effettuare i tamponi o i tamponi in attesa di esito.
Non è più tollerabile assistere ai proclami a mezzo stampa per l’attivazione di un centro di analisi dei tamponi a Piazza Armerina e dopo qualche giorno si comunica agli amministratori comunali che per mancanza dei reagenti non si possono processare i tamponi effettuati.
Basta girare le pagine dei social dei vari amministratori che si scopre come probabilmente siano oltre 1.000 i tamponi richiesti e quelli che attendono di essere analizzati.
Abbiamo mai pensato a quanta sofferenza, paura, dramma per sé e per gli altri vive chi è stato sottoposto a tampone e attende l’esito per parecchi giorni, com’è successo, oltre ai tantissimi cittadini comuni, anche ai Sindaci di Cerami, Troina e ai tanti operatori sanitari, che per le funzioni che svolgono hanno contatti con molte persone?
Per quanti giorni ancora i cittadini onesti e rispettosi dell’art. 5 dell’Ordinanza contingibile e urgente del Presidente della Regione, n.5 del 13.3.2020 hanno “l’obbligo di osservare la permanenza domiciliare con isolamento fiduciario”, visto che sono abbondantemente scaduti (dal 14 di marzo) i 14 giorni previsti e che ad oggi non hanno avuto fatto il tampone prescritto? Viene il dubbio a molti di loro che si tratti di arresti domiciliari e non di permanenza fiduciaria.
Il dato preoccupante, più degli altri, è quello relativo ai casi di positività riscontrati tra gli operatori sanitari dell’ospedale Umberto I di Enna; qui quattro medici e 5 infermieri, per come riporta la stampa, hanno contratto il virus lavorando in trincea, a questi vanno aggiunti altri tre medici dell’ospedale Basilotta di Nicosia. Se pensiamo che l’Umberto I di Enna è l’unico ospedale covid-19 della nostra Provincia, lasciamo immaginare cosa potrebbe accadere continuando di questo passo.
Tante sono state le denunce del personale medico, infermieristico, ausiliario, delle pulizie, gli operatori del 118 nonché i volontari, per la mancanza di adeguati sistemi di sicurezza individuale, causa sicuramente dell’elevato numero di infetti.
Non si comprendono, poi, alcune indicazioni contenute nella nota del Servizio 6 dell’Assessorato regionale alla Salute del 26/03/2020 protocollo 16398, in cui sembra si faccia la scelta di tutelare maggiormente, ma tra l’altro nemmeno sufficientemente, i Medici e gli Infermieri a discapito dei Soccorritori (addetti delle ambulanze) che così facendo diventano veicoli di trasmissione del Covid-19, essendo, tra le altre cose i primi ad avere contatto con i pazienti.
Non entriamo nel merito dell’organizzazione, ancora impacciata dopo quasi un mese, nella effettuazione dei tamponi, sia a tutto il personale sanitario che alle forze dell’ordine, ai volontari e a quanti sono in prima linea ad operare per contrastare questa pandemia.
Nulla sappiamo su come e dove saranno sistemati i pazienti nel loro percorso post Covid-19 e con quale personale sanitario verranno controllati.
Nulla sappiamo sulla eventuale sistemazione, in luoghi isolati, del personale che ha quotidianamente contatto con ambienti e pazienti altamente infettivi, al fine di evitare o ridurre il contagio con i loro familiari;
Nulla si sa, anche perché nulla dice l’Azienda Sanitaria Provinciale, su come stanno le cose, nemmeno la diramazione di un bollettino ufficiale pubblicato sul sito internet dell’Azienda.
Una maggiore trasparenza e una maggiore comunicazione alla cittadinanza sullo stato delle cose aiuterebbero non poco a far sentire tutti più tranquilli e sereni.
In tutto questo i Sindaci spesso restano soli in prima linea ad affrontare tutte le questioni che quotidianamente vengono loro poste.
Tantissimi sono stati gli interrogativi posti alla dirigenza dell’ASP di Enna nella conferenza con i Sindaci svoltasi circa 10 giorni fa; di contro non risposte o risposte vaghe e/o insufficienti.
Denunciamo la mancanza di una cabina di regia capace di raccordare i Comuni, la Prefettura, e l’ASP di Enna e rendere più efficace la lotta al Coronavirus.
È del tutto evidente che per quanto fin qui indicato c’è un’emergenza nell’emergenza, il PROBLEMA ENNA, di cui necessariamente le Istituzioni preposte devono occuparsi per intervenire immediatamente.
Noi insieme ai Sindaci, che più di ogni altro soggetto, hanno il polso della situazione, siamo preoccupati per gli sviluppi futuri di una pandemia ancora in continua crescita ed evoluzione e per le tante azioni che ancora, le Istituzioni interessate, devono porre in essere.
Prima che sia troppo tardi, pertanto, chiediamo
●l’attivazione immediata di un TEAM COVID-19 con la presenza di esperti regionali in materia di epidemia ed infezioni in grado di coordinare e supportare l’attuale struttura sanitaria locale;
●Azzerare i tempi di attesa dei risultati dei tamponi effettuati, assicurando i reagenti a tutti i laboratori autorizzati dalla Regione, ivi compreso quello di Piazza Armerina;
●L’attivazione di una video-conferenza permanente tra tutti i Sindaci, la Prefettura, la Dirigenza dell’Asp e il team covid-19 che possa fare il punto della situazione e sulle azioni da intraprendere;
●l’effettuazione immediata dei tamponi a tutto il personale sanitario, forze dell’ordine, volontari e quanti hanno un diretto contatto con pazienti affetti da coronavirus, qualora non siano stati fatti;
●la consegna ai Comuni del calendario dei tamponi da effettuare a tutti i soggetti sottoposti a quarantena volontaria, con relativo elenco
●la consegna ai Comuni del calendario dei tamponi da effettuare a tutti i soggetti sottoposti ad isolamento in quanto hanno avuto contatti con pazienti risultati positivi, con relativo elenco
●la comunicazione giornaliera ai Comuni da parte dell’ASP dei tamponi effettuati,
●la comunicazione giornaliera ai Comuni da parte dell’ASP dei risultati dei tamponi effettuati;
●la comunicazione giornaliera ai Comuni da parte dell’ASP dei soggetti ricoverati nei quattro Ospedali della Provincia distinti per comune di provenienza;
●quali strutture si pensa di utilizzare per i pazienti post Covid-19 e con quali e quante risorse professionali si intende garantire i controlli sanitari;
●se e dove sono istituiti o previsti alloggi in cui ospitare il personale che opera presso l’Ospedale Covid-19, Umberto I di Enna