Consiglio comunale chiede il “ritrasferimento” dei reparti chirurgia, urologia ed ortopedia da Piazza Armerina ad Enna

Scorrendo le varie notizie su Fb, l’attenzione è stata distratta da un post che riportava il seguente titolo “Il consiglio comunale chiede il “ritrasferimento dei reparti da Piazza Armerina ad Enna”. Trattasi del Consiglio comunale di Enna. Leggendo il post, suddiviso in parti, altrimenti per gli stessi che si sono tanto impegnati a scriverlo, vi era pericolo di smarrimento neuronale, si nota una leggera genuflessione dinanzi la corte del Re, anzi direttamente davanti al Re.

Continuando nella interessante lettura, si viene abbagliati dalla brillantezza della lingua blu, non per appartenenza nobiliare, bensì per appartenenza di razza animale, della giraffa. Pur non volendo denigrare cotale bellezza naturale, rappresentata appunto dalla giraffa, non si può non fare un accostamento con quanti, con la stessa naturalezza scrivono e utilizzano il muscolo che occupa parte della cavità orale, con molta destrezza. Certo, la richiesta di tutto il Consiglio comunale e dell’amministrazione del comune di Enna, sembrerebbe, a primo acchito, una richiesta lecita, naturale, tanto naturale che quasi a volerci pensare bene, non sarebbe stato necessario neanche proporla al dirigente dell’ASP dott. Iudica, che in un primo momento, viene investito dalla fervida leccata blu e subito dopo rimesso al buon funzionamento  del suo processo mnestico. Ecco che, in virtù del dubbio che li assale, reputano necessario ricordarglielo attraverso una missiva epistolare resa pubblica per mera campagna elettorale. Preme loro ricordare al manager, così come all’Assessore alla Sanità avv. Razza, che sono “venute oggettivamente meno quelle condizioni iniziali che hanno comportato in data 6 aprile 2020 il trasferimento temporaneo dei reparti di cui sopra presso il “Chiello di Piazza Armerina”. I reparti di cui sopra, a cui fanno riferimento i Consiglieri e tutta l’amministrazione ennese, sarebbero “la chirurgia generale, urologia ed ortopedia”.

  • Mi pare proprio che io nella qualità di manager, ritengo dover, poter, decidere in autonomia e con il conforto ed il supporto professionale dei miei sanitari, decidere quando vi siano o non vi siano le condizioni atte ad utilizzare tutti i criteri aziendali al fine di assicurare un alto livello nelle prestazioni erogate. 

Dopo aver dato lo zuccherino cosa fanno i lor signori, chiedono “alla S.V. di voler predisporre con estrema immediatezza tutti gli atti necessari e propedeutici affinché le branche chirurgiche in atto operanti  a Piazza Armerina, in uno alla nefrologia ed alla dermatologia, già oggetto di precedente trasferimento da Enna a Piazza Armerina, possano ritornare operativi presso l’Umberto I di Enna, onde ritornare a garantire un’offerta sanitaria degna delle consolidate professionalità presenti al suo interno”… firmato… “L’amministrazione ed il Consiglio comunale della Città di Enna”.

Ma non avevano loro stessi scritto – a suo tempo – che il trasferimento dei reparti era temporaneo?  Ma veramente la città di Enna merita questi amministratori e consiglieri? Quindi, prima passano una leccata di vernice blu e del brillantante per il cristallo, sulle attitudini organizzative del dirigente, successivamente gli “intimano”, di “predisporre con estrema immediatezza, come se allo stesso dovessero tremargli i pantaloni, tutti gli atti” per “ritrasferire i reparti”, e concludono con il dare degli “asini” agli stessi sanitari Ennesi e non, che lavorano all’Umberto I. Già, chiedono il “ritrasferimento dei reparti”, “onde ritornare a garantire un’offerta sanitaria degna delle consolidate professionalità presenti al suo interno”, forse si è dimenticato che, i sanitari che hanno continuato la loro prestazione professionale all’interno del nosocomio Chiello, sono gli stessi che hanno operato, che operano e che andranno ad operare ad Enna. A leggere fra le righe si direbbe che, ad Enna questi professionisti garantiscono un’offerta sanitaria degna della loro professionalità, al Chiello di Piazza Armerina, subiscono una mutazione, degna o quasi del covid-19,  non riuscendo più a garantirla. Eh sì, perché non sono “interni”, sono esterni.

Cari amministratori della città di Enna, ma secondo Voi vale veramente la pena cadere così in basso, in un periodo di emergenza sanitaria, in cui tutto il personale sanitario e non solo, chi più chi meno, ma comunque ognuno con la propria funzione, professionalità, umanità e passione, che sia di Enna, di Piazza Armerina, di Leonforte o di Nicosia, solo per mero scopo politico elettorale? Perché di questo si tratta, Voi stessi, si ribadisce, avete scritto e sottoscritto che, tale organizzazione è temporanea, quindi sarebbe tornato e tornerà tutto alle origini anche se Voi non vi foste impegnati a scrivere la lettera ai Corinzi. L’ospedaletto di Piazza Armerina, così come Voi ed alcuni sanitari ennesi, viene chiamato, al quale, secondo il Vostro lume intellettuale, avete dato lustro, ecco proprio questo, ha dato una risposta di elevata professionalità, organizzazione e disponibilità, e questo grazie alla collaborazione di tutte le figure professionali che prestano servizio sia al Chiello quanto all’Umberto I. Grazie a questa scelta dirigenziale, si è potuto contenere, un’evoluzione preoccupante dell’infezione da covid e salvaguardare quanto più possibile anche molti dei cittadini ennesi ai quali è stata garantita un’offerta sanitaria elevata, degna delle professionalità che, da Enna è  venuta ad operare a Piazza Armerina con i colleghi di Piazza Armerina, di uguale professionalità. Per quanto riguarda il termine “degna”, non si addice al ruolo ricoperto almeno politicamente parlando, non volendo peraltro, dare importanza a quanti, pur essendo dei professionisti sanitari, sono una vergogna per l’intera sanità nazionale e non solo provinciale, i quali utilizzano lo status di politico per infangare strutture sanitarie, come l’ospedale di Piazza Armerina, che sono state fondate, costruite ed organizzate, affinché possano permettere la concretizzazione del giuramento di Ippocrate, giuramento che purtroppo per alcuni si è mutato nel “giuramento dell’ipocrisia”.

“Di confini non ne ho mai visto uno. Ma ho sentito che esistono nella mente di alcune persone” (Thor Heyerdhal, esploratore).

Anna Zagara