Sport dilettantistico in piena crisi, difficile riemergere con efficienza

Roberto Pregadio

Lo sport dilettantistico con il coronavirus ha subito un vero e proprio terremoto in tutte le sue articolazioni, un disastro che sarà difficile riportare alla normalità perché tra deficienze delle strutture sportive e la mancanza di sostegni economici viene condizionata la sua rinascita. Di questa situazione disastrosa ne parliamo con Roberto Pregadio (nella foto), presidente provinciale della Federcalcio, presidente della Federazione Parolimpica ed ex delegato provinciale del Coni.
Quanti disastri ha creato il coronavirus allo sport dilettantistico?
“In effetti il coronavirus ha provocato disastri notevoli su un tessuto che era già precario per i fatti suoi – esordisce Roberto Pregadio – a cominciare dalle strutture sportive per la maggior parte deficitarie per cui oggi le società sportive dilettantistiche si trovano in grande difficoltà e ricorrere ai ripari sarà molto difficile. Basterà iniziare con gli impianti sportivi, con interventi specifici sia negli spogliatoi che nel campo di gioco che dovranno rispondere a determinate caratteristiche in modo da proteggere giocatori, allenatori, sanitari, dirigenti. La maggior parte delle nostre società non sono organizzate per affrontare i pericoli del coronavirus per cui dobbiamo aiutarle al massimo per evitare i contagi. Ci dovrà essere tra poco una riunione generale con il vice presidente della Lega Dilettanti Morgana e con il presidente regionale Lo Presti per il calcio per cercare di dettare tutte le indicazioni possibili per migliorare gli impianti. Il Credito Sportivo è pronto a concedere contributi a fondo perduto ed allora i sindaci dovranno cercare di sfruttare l’occasione. Ma il messaggio che invio a tutti i dirigenti è che non si può tornare al vecchio sistema dobbiamo affrontare con impegno questa nuova e difficile realtà, abbattere i costi, riuscire a trovare sponsor, migliorare al massimo l’organizzazione, ridurre al minimo il dilettantismo, diminuire i costi dei giocatori che nei nostri campionati sono eccessivi, non si possono e non si devono pagare mille, due mila euro per giocatore”.
Per la provincia di Enna e per il calcio in particolare l’Enna in Eccellenza e le sei squadre in prima categoria dovranno incominciare a lavorare sin da ora per trovarsi in buona condizione quando (settembre ?) si incomincerà di attività sportive in attività. “La Leonfortese -dichiara il presidente Russo – rispetterà ed accetterà in toto quanto deliberato dalla Lega, poiché prima del calcio o di qualsiasi competizione , va messa la salute dei nostri tesserati e di noi tutti; dobbiamo migliorarci”.