Filippini: “Sgarbi evocato impropriamente da Venezia e Giansiracusa nella mostra di Noto per diffamarlo”

Nella polemica sull’attribuzione a Tiziano del dipinto “Paolo III con il camauro”, conservato nella Torre Capitania del comune di Troina, che vede contrapposti da un lato il sindaco Fabio Venezia e lo storico dell’arte Paolo Giansiracusa e dall’altro lato il critico d’arte Vittorio Sgarbi, si inserisce Gianni Filippini, il produttore della mostra “L’impossibile è Noto” con una nota diramata oggi. Per effetto di questa vivace polemica, sono ricomparsi sui social articoli di giornali che collegavano Sgarbi a quella mostra. La mostra fu al centro di un’indagine della Procura di Siracusa. “Nell’ambito di questa indagine sono state prima sequestrate e poi restituite al legittimo proprietario alcune opere della mostra”, ci tiene a precisare Filippini. Ma non è solo questa precisazione che preme a Filippini. C’è dell’altro, sostiene Filippini e lo spiega cosi: “Venezia e Giansiracusa hanno collegato il nome di Sgarbi al sequestro delle opere (poi in gran parte restituite perché autentiche), facendo discendere dall’infondato accostamento considerazioni diffamatorie e false”. Precisa inoltre Filippini che” la mostra non è stata curata da Sgarbi, che non ha mai avuto e non ha alcun ruolo se non quello di spettatore, ma da Giancarlo Carpi e Giuseppe Stagnitta”.