Protesta per chiusura dei Teatri. A Valguarnera Melissa Zuccalà fa danzare tre ballerine vestite di nero, in segno di lutto

Valguarnera. “Ci troviamo di fronte alla costante denigrazione della dignità lavorativa. Noi lavoratori dello spettacolo veniamo puntualmente considerati superflui e sacrificabili e tutto ciò è inaccettabile. Chiediamo a gran voce di sospendere immediatamente questo clima di terrore”. Parole forti quella della coreografa Melissa Zuccalà che ieri sera presso i saloni del suggestivo Museo Etno Antropologico e dell’Emigrazione di Valguarnera, in un magnifico contesto di arte contadina, ha voluto dare luogo ad una singolare protesta facendo danzare tre ballerine vestite rigorosamente di nero, in segno di lutto. Una iniziativa originale attraverso la realizzazione di uno spettacolo in un luogo affascinante. Un modo per esprimere resistenza e resilienza in un momento storico particolare come questo. E’ un grido di rabbia, di allarme e di dolore il suo. Non sa darsi pace per le recenti misure governative in tema anti covid, che hanno penalizzato fortemente il settore dello spettacolo. “Si siamo in lutto – ha ripetuto più volte Melissa Zuccalà – perché il Governo con i recenti provvedimenti ha voluto decretare la fine del nostro lavoro e dell’arte in genere.”. Melissa Zuccalà per chi ancora non la conosca, è la fondatrice di una scuola di danza la “Sbam dance connection”, dalla quale negli anni sono usciti e continuano ad uscire fior di talenti che si sono esibiti e si esibiscono nei più rinomati teatri nazionali, uno dei tanti nell’estate dell’anno scorso, il Teatro Greco di Taormina. Adesso si occupa maggiormente di produzione ed è responsabile nazionale delle relazioni pubbliche “Coeso Project” e membro associato di “Assodanza Italia Collectives”.

Melissa Zuccalà

“La nostra vuole essere una protesta pacifica, democratica, legata soprattutto alla volontà di porre rimedio ai continui provvedimenti che in maniera ostinata e irrispettosa hanno mortificato la dignità lavorativa di tutto il comparto. Dati alla mano – chiosa la coreografa – durante questo periodo tutto il settore e noi in particolare ci siamo attenuti al rispetto rigoroso delle regole, seguendo tutti i protocolli igienico sanitario e, i pochissimi spettacoli dal vivo effettuati non hanno in alcun modo contribuito alla diffusione del virus Covid 19, per cui la chiusura delle scuole di danza e dello spettacolo in genere è stata quantomeno incauta, perché quando stavamo per venire fuori dalla crisi dovuta al lockdown di marzo, arriva la seconda mazzata”. E senza particolare motivo per Melissa. “Si – afferma – senza particolare motivo – perché siamo stati sempre diligenti nell’osservanza dei protocolli imposti dalla legge. Forse allo Stato sfugge che noi siamo una categoria di lavoratori che da sempre viviamo nell’assoluto rispetto di regole e discipline, senza le quali non potremmo fare questo lavoro. La danza è per la Zuccalà, un’arte che da sempre appartiene alla cultura di ogni popolo ed è un linguaggio universale che non conosce confini. Giorno 30 ottobre – tiene a comunicare – nella qualità di responsabile nazionale di Coeso Project – “saremo a Roma a manifestare con le sigle sindacali di CGIL-CISL-UIL, sperando che ci ascoltino”.

Rino Caltagirone


Il lutto della danza
https://youtu.be/WdA10_NVo3A

Link al video intervista a Melissa Zuccalà: “non rubateci il futuro – Protesta contro il DPCM – SBAM dance connection”