Trent’anni di carcere a Filippo Marraro, 54 anni di Catenanuova, sparò all’ex moglie Loredana Calì

Trent’anni di carcere a Filippo Marraro, 54 anni proprietario di un autolavaggio di Catenanuova, che, il primo aprile dello scorso anno, sparò all’ex moglie Loredana Calì, 30 anni, nella loro casa di campagna, dopo averla costretta, sotto la minaccia di una pistola a salire in macchina. L’uomo, che da Loredana aveva avuto due figli, prima di consegnarsi ai carabinieri e subito dopo l’omicidio, andò a casa di una delle sorelle della ex moglie, con l’intento di ucciderla. A lei, infatti, imputava il fatto di avere spalleggiato l’ex moglie Loredana nel suo intento di chiudere definitivamente il loro rapporto. Il processo si è svolto con rito abbreviato e dopo una perizia psichiatrica su Marraro, difeso dall’avvocato Maria Fallico, che ha confermato che l’uomo era perfettamente in grado di intendere e volere all’epoca dei fatti, ha condannato l’uomo, oltre che all’interruzione perpetua dai pubblici uffici, alla perdita della potestà genitoriale.

Loredana Calì


“E’ questa la pena più grande per lui – dice la sorella della vittima, Tiziana che il nome di Marraro non riesce neppure a pronunciarlo – lui con i suoi figli ha chiuso per sempre. Quello che si prova non si può spiegare. Ogni giorno è un pugno allo stomaco. E’ un dolore assurdo, inaccettabile. Mia sorella ci manca tanto ma, Lory, non ci ha mai lasciati – continua – una donna meravigliosa, umile e tanto bella che verrà sempre ricordata da tutti mentre, lui, balordo, carnefice e assassino fa solo pena. Loredana, amore della mia vita, potrà riposare in pace mentre lui dovrà scontare per tutta la sua, di vita, la premeditazione di questo orrendo assassinio, la sua cattiveria e la perdita assoluta dei suoi figli. L’amore è vita e lei vive”. Quattro le parti civili ammesse al processo: i figli , rappresentati dal legale Luigi Spinello, la sorella con l’avvocato Egidio La Malfa e due associazioni, CoTuLeVi, Contro Tutte Le Violenze, e Donne insieme “Sandra Crescimanno”, con rispettivamente gli avvocati Eleanna Parasiliti Molica e Carmela Mazza. Al termine del processo nell’area antistante il tribunale, a cura dell’associazione Donne Insieme “Sandra Crescimanno”, è stato piantato un ulivo come simbolo di speranza. Il riconoscimento dei danni, per tutte le parti civili, sarà liquidata in separata sede.