Smart Working. Cosa cambia col nuovo DPCM

Con il nuovo DPCM, che com’è noto divide l’Italia in tre zone, il Governo ritorna a regolamentare l’uso dello smart working nella Pubblica Amministrazione.
Ne riparliamo con Massimo Greco.

 

 Cosa cambia rispetto all’ultima regolamentazione?

 

Fino a ieri ogni P.A. applicava il lavoro agile al 50% del personale impiegato nelle attività che potevano essere svolte in tale modalità, alternando giornate lavorate in presenza con giornate lavorate da remoto, da oggi, tenuto conto dell’evolversi della situazione epidemiologica, dovrà essere assicurata la percentuale più elevata possibile di lavoro agile.

 

Questo cosa significa?

 

Che il 50% rimane la soglia sotto la quale non si può scendere, ma l’invito del Governo è a superarla, compatibilmente con le modalità organizzative e l’effettività del servizio erogato da ogni P.A.

 

 

Sono previste delle priorità fra i dipendenti pubblici?

 

Si, la dirigenza dovrà valutare prioritariamente le condizioni di salute del dipendente e dei componenti del nucleo familiare di questi, della presenza nel medesimo nucleo di figli minori di quattordici anni, della distanza tra la zona di residenza o di domicilio e la sede di lavoro, nonché del numero e della tipologia dei mezzi di trasporto utilizzati e dei relativi tempi di percorrenza.

 

I lavoratori in smart hanno vincoli di orario e di luogo di lavoro?

 

Il lavoro agile si svolge ordinariamente in assenza di precisi vincoli di orario e di luogo di lavoro.  In ragione della natura delle attività svolte dal dipendente o di puntuali esigenze organizzative individuate dal dirigente, il lavoro agile può essere organizzato per specifiche fasce di contattabilità.

 

Ma come si farà a valuare la performance dei dipendenti che lavorano in smart?

 

Il dirigente, in coerenza con gli obiettivi e i criteri per la valutazione dei risultati, monitora e verifica le prestazioni rese in modalità agile da un punto di vista sia quantitativo sia qualitativo, rafforzando i metodi di valutazione, improntati al raggiungimento dei risultati e quelli dei comportamenti organizzativi.

 

Alcuni Uffici hanno obbligato i Dirigenti a lavorare in presenza…

 

La normativa vigente in materia non esclude in via preventiva alcuna categoria o tipologia contrattuale…… a meno che i dirigenti siano immunizzati dal potenziale contagio dell’infezione virale. Ma mi pare che non sia così.