Enna. La verità di un soccorritore sulla foto delle autoambulanze in fila

Sulla strumentalizzazione della foto che ritrae le ambulanze in fila per la sanificazione; foto non contestualizzata e non adeguatamente spiegata e dunque ambiguamente interpretata; molto si è scritto. In nome di una verità indiscutibile abbiamo chiesto a un autista/soccorritore, che i fatti conosce bene perché presente al momento dello scatto.

“Per quanto riguarda il post pubblicato qualche giorno fa riguardante le ambulanze ferme nello spiazzale (posteggio) antistante l’ospedale “Umberto I” di Enna volevo precisare che – il personale nella foto era composto da “autisti/soccorritori” del 118 in attesa che arrivasse la squadra preposta alla sanificazione delle ambulanze. Quindi, in quel momento, non in pausa ma nemmeno operativi al servizio, dato che dopo ogni intervento Covid o presunto tale deve essere sempre sanificata l’abz; – pur essendo le ambulanze senza paziente a bordo, la situazione di criticità era rappresentata dal fatto che un terzo delle ambulanze della provincia non era operativa al servizio di emergenza, con una conseguente scopertura di un vasto territorio provinciale; – in ultimo, va precisato che il personale che effettua il servizio di emergenza, in questi giorni sta dentro quelle tute “color neve” per buona parte del turno di lavoro (dalle 08:00 alle 20:00 se va bene) spesso senza poter bere, mangiare o espletare i propri bisogni fisiologici”

La foto dunque ha denunciato l’ennesimo fallimento di gestione della pandemia. Mezzi, pochi, fermi in attesa per ore di ritornare a operare.

L’autista/soccorritore ha anche raccontato di come le ambulanze devono rientrare a Enna per la sanificazione non essendo nessun degli altri tre nosocomi sul territorio preposto a farlo. L’attesa, ritratta nella foto, impiega i mezzi per ore e questo è scandaloso perché quell’attesa potrebbe comportare un mancato intervento. Questo la foto avrebbe dovuto urlare. Questo maldestro modus operandi.

Nel ringraziare l’operatore e con lui tutti i suoi colleghi, sottolineiamo l’opera di chi lavora con il poco che la nostra sanità offre nel migliore modo possibile.

Gabriella Grasso