Aidone. Debutto a Morgantina di “Mnemosyne” omaggio alla Venere di Morgantina

Aidone. La frescura della serata, ed un pubblico stretto su gradinate di uno splendore secolare accompagnano per più di un’ora, i protagonisti del nuovo spettacolo del regista e coreografo Aurelio Gatti, che ha debuttato a Morgantina il 29 luglio con l’opera “Mnemosyne”, un omaggio alla Venere di Morgantina, che, per quanto richiami un tema: la memoria, ed una figura: la Venere, classiche, ha espresso in modo originale ed ironicamente politico-popolare, il vero nocciolo della questione, e cioè quale sia il reale motivo e le naturali conseguenze del ritorno della Statua a Morgantina, previsto per il 2011; e come la si stia affrontando culturalmente e politicamente.
Una leggerezza ed incoscienza, e beata ignoranza accompagnano i 6 personaggi principali, interpretati rispettivamente da: Ernesto Lama, Filippo Luna, Elisa D Dio, Sebastiano Tringali, Pietro Pignatelli, Raffaele Gangale;che, battuta dopo battuta, azione dopo azione, rendono l’idea di non sapere come comportarsi di fronte a tal regale ritorno. E lo affrontano come se si trattasse di un evento da “festa di piazza”, dove han voce più “cori”, e si tarda a giungere ad una decisione, e cioè quale entità dare alla Statua, e a se stessi come cittadini che si preparano ad accogliere una parte del loro passato, una parte di “memoria” che non hanno potuto scordare, perché non l’hanno mai conosciuta. E’ su quella memoria che non si è ancora sondata, che Aurelio Gatti ha costruito il proprio spettacolo, prodotto dall’Mda Produzioni Danza di Roma, e la Compagnia Arpa di Enna,in coproduzione con Teatri di Pietra e in collaborazione con Fonderia 900; e composto dai 6 attori già sopraccitati, dai ballerini dell’Mda Danza: Gianna Beduschi, Paola Bellisari, Carlotta Bruni, Giuseppe Bersani, Benedetta Capanna, Annalisa D’Antonio, Gioia Guida, Rosa Merlino e Giorgio Napolitano dalla banda musicale di Calascibetta, dal violinista Antonio Pellegrino, e da alcuni ragazzi del laboratorio “Teatro dei Territori”.

Aurica Livia D’Alotto
foto Maria Catalano