Le Palme in Aidone: la festa dei “Santoni”

Chi ha voglia di anticipare le vacanze pasquali, sfruttando anche il weekend della domenica delle Palme , può farlo venendo in Aidone. Qui oltre ad ammirare al Museo gli Argenti e gli Acroliti, dalle 11.00 in poi, per le strade e davanti alla chiesa Madre di San Lorenzo, può assistere ad una rito antichissimo e suggestivo, unico nel suo genere, e piuttosto raro, pur nella ricchissima tradizione della settimana santa siciliana.

La mattina delle Palme il paese si sveglia rallegrato dai colori variopinti e dalla mole bonaria dei santoni che, partendo in processione, a coppie, dalle varie chiese, accompagnati dalla propria confraternita, raggiungono tutti la chiesa dell’Annunziata. Da qui, dopo la benedizione delle palme, in un unico corteo, gioiosamente, percorrono il paese, lungo la strada “dei santi” fino alla chiesa di San Lorenzo, la Matrice, posta nel punto più alto del paese, appena sotto l’antico castello (Il Castellaccio).
Davanti alla porta di questa chiesa, una delle più antiche risalente all’epoca normanna, si svolge un rito antico non sempre comprensibile. Protagonisti sono i Santoni, i giganteschi apostoli “indossati” dai santari, che si succedono secondo un rigido “protocollo” nel tentativo di aprire la porta della chiesa, che resta chiusa come metafora della durezza degli ebrei che rifiutarono di accogliere il Messia.

L’ultimo arrivato, Mattia, l’apostolo subentrato al posto di Giuda, connotato dall’ascia (ogni Santone-Apostolo porta in mano un oggetto simbolico che lo contraddistingue) riesce nell’impresa. Il portone si apre, ma Mattia si tira indietro per lasciare passare gli altri apostoli. Anche qui l’ingresso avviene secondo una gerarchia ben definita a partire da Pietro, Giovanni e via di seguito fino all’ultimo: il sacerdote che rappresenta Gesù.

Entrati tutti comincia la messa della Passione, la messa più lunga dell’anno, “a missa u pass’ ”; i santari depositano a terra la pesantissima gabbia/statua e assistono devotamente alla “funzione”.

Finita la Messa il raduno è ancora davanti al sagrato: prima di rimettersi ordinatamente in marcia per raggiungere la propria chiesa, c’è tempo per una foto ricordo; santi, santari (per ognuno ce ne sono almeno due) e bambini si dispongono a semicerchio, in posa a favore di obiettivo e poi ricomincia la processione del tutti a casa. Lungo la strada del ritorno è uno spettacolo assistere ai saluti che sottolineano lo “spartimento”.

Non va dimenticato che si tratta di giganti di quasi tre metri, costituiti da una rigida gabbia di legno, sormontata dal testone di cartapesta, indossata dai portatori, i santari; la statua è rivestita da una lunga e coloratissima veste e da una mantellina di colore contrastante; rigidità e peso non impediscono ai giovani santari di saltellare agilmente, accennando a passi di danza, e di abbassarsi in cerimoniosi inchini.
Così nel separarsi cominciano i saluti, sottolineati da profondi e ripetuti inchini (non è raro che ci scappi la anche la caduta…); già all’altezza della chiesa di San Domenico si separano i santoni dell’Annunziata, in piazza Umberto quelli della Madonna delle Grazie e così via……

Questa festa, in cui i santoni giocano un ruolo da protagonisti; ai tempi della Pasqua delle botte, del 1960, fu sospesa e tornò a celebrarsi, solo dopo anni,dal 1971, insieme alla Giunta di Pasqua (come abbiamo raccontato l’anno scorso ricordando i cinquantennio da quella giornata storica per gli aidonesi Settimana Santa Aidone: cinquantenario rivolta Giunta di Pasqua). Il motivo principale della sospensione era stato proprio la presenza dei santoni che spaventavano i bambini e qualche signora un po’ troppo sensibile; quindi, niente santoni, niente Palme e niente Giunta di Pasqua!

Nel 1971 tutto riprende da dove era stato sospeso e ora, come allora, il rituale delle Palme apre le celebrazioni della Settimana Santa: le processioni del precetto pasquale, la visita dei Sepolcri, “a Scisa da Cruc’” seguita dalla mesta processione del Venerdì santo e infine, a culmine e compimento di tutto, la Giunta di Pasqua in cui i santoni tornano ad essere i veri protagonisti.

F. Ciantia