Enna. Movimento dei Forconi blocca Capodarso

Ponte Capodarso, al confine tra le province di Enna e Caltanissetta. Crocevia che conduce al mare del Canale di Sicilia, verso sud, direzione Gela, e verso il Mar Tirreno, zona nord-occidentale dell’isola. Tanti camion, tantissimi trattori e tanti lavoratori degli autotrasporti e dell’agricoltura. Cittadini delle due province, provenienti da comuni che hanno fatto dell’agricoltura il principale mezzo di sostentamento della zona. Ora in ginocchio, come gli autotrasportatori che hanno bloccato i loro mezzi ai lati delle corsie. Giganti in forzato riposo. Grande compostezza e gentilezza verso gli automobilisti che rallentano ed esprimono, quasi sempre, parole di solidarietà. Uno degli obiettivi delle giornate di mobilitazione è proprio la sensibilizzazione della gente che magari non ha ancora compreso perfettamente quanto sia duro e impossibile continuare a esercitare queste attività, agricoltura, servizi e trasporti. Nelle zone costiere, anche i pescatori sono scesi in strada, per testimoniare le enormi difficoltà che affliggono il settore pesca. Cittadini di Caltanissetta, Mazzarino, Barrafranca, e di altri comuni del circondario trascorrono queste giornate sulla strada, convinti che la protesta non finirà il 20 gennaio. Il sig. Rosario Laviattata, agricoltore di Mazzarino, parla dei problemi del settore e di come le istituzioni debbano intervenire al più presto, prima che la crisi diventi irreversibile.

“Siamo disperati, non vediamo altre vie d’uscita se non quella di sensibilizzare l’opinione pubblica e i governi, regionale e nazionale, per la risoluzione dei problemi più urgenti come l’abbattimento dei prezzi del carburante. I nostri prodotti, sani e biologici, vengono continuamente svalutati mentre aumentano tasse e balzelli.

La nostra mobilitazione ha, tra i fini, la sensibilizzazione del territorio, dal momento che ci sentiamo abbandonati da tutti, anche dalle tradizionali associazioni di categoria. Come lavoratori abbiamo avuto modo di apprezzare il Movimento dei Forconi nato in Sardegna e ci siamo uniti a loro come espressione della Sicilia. Altre associazioni si sono unite a noi, come l’Associazione Imprese Autotrasportatori Siciliani (AIAS).” Giuseppe ci parla di circa centomila manifestanti in tutta la Sicilia. “Attendiamo il Presidente Lombardo. Scelga un presidio e venga a colloquiare con noi. Il governo Monti deve anche darci delle risposte, finora non si è espresso in alcun modo per la ripresa dell’agricoltura”. Chiedo se sanno delle accuse di strumentalizzazione nei loro confronti da parte di alcune forze politiche di destra. Reagiscono in coro. “Ci hanno abbandonati tutti e noi non vogliamo etichette di nessun colore. Siamo categorie di lavoratori che attendono risposte per la sopravvivenza, non promesse elettorali.” Tantissimi evidenziano come telegiornali e periodici nazionali hanno ignorato finora la notizia dei blocchi e della grande mobilitazione siciliana. “Non riusciamo a capire come si possa ignorare una notizia del genere, non comprendiamo la professionalità di questi mezzi di informazione che finora ci hanno oscurato”.
Nel frattempo, arriva la solidarietà del sindaco di Mazzarino, (nella foto) presente in mattinata tra i manifestanti. “Il sindaco Vincenzo D’Asaro, — si legge nel comunicato emesso — si è recato presso il ponte Capodarso per dare la solidarietà dell’amministrazione comunale agli agricoltori che stanno protestando contro gli aumenti del gasolio, della pressione fiscale e di tutte le altre forme di ingiustizie sociali, economiche e finanziarie che subisce la Sicilia”. “Noi denunciamo come la politica di questi ultimi anni ci stia arrecando solo danni e disagi; dovrebbero vergognarsi — sottolinea Alessandro Crapanzano, agricoltore di Barrafranca — noi non possiamo più pagare le tasse, i contributi. Devono smetterla, non siamo più in grado di portare avanti le nostre aziende, e i signori deputati cosa fanno?”. “Noi siamo cittadini italiani — gli fa eco Rino Nicastro, agricoltore di Mazzarino — vogliamo lavorare in modo dignitoso, pagare le tasse tranquillamente. Qui abbiamo un problema con Equitalia, con la Serit che ci stritolano. Non solo che non c’è lavoro, ma non riusciamo a pagare le tasse. Aumentano il gasolio, il trasporto, ma non aumenta il prodotto agricolo, anzi, viene continuamente svalutato. Non vogliamo creare nessun disagio alle persone, noi cerchiamo solamente di lavorare onestamente e correttamente. Chiediamo il giusto”. “Sono venuto a portare la solidarietà mia personale e della comunità di Mazzarino a tutti questi lavoratori, siamo certi che questa battaglia messa in atto dagli agricoltori possa portare ad una giusta soluzione — ha ribadito il sindaco Vincenzo D’Asaro — poiché bisogna mettere un freno a queste multinazionali che hanno messo in ginocchio l’agricoltura siciliana”.


Antonella Santarelli


foto: Massimiliano Giordano