Il suicidio di Gaetano Trovato Salinaro, lavoratore precario, non è un fatto privato: è un suicidio per la crisi

Troina. Ha suscitato una forte commozione in paese il suicidio di Gaetano Trovato Salinaro (47 anni), che lascia la moglie e due figli di 10 e 4 anni. Non è un fatto privato il suicidio di Gaetano, un lavoratore precario da cameriere che sempre ha cercato un lavoro stabile, senza purtroppo mai trovarlo. Per le serie difficoltà che sta attraversando, l’azienda presso la quale Gaetano lavorava ha dovuto ridurgli le ore di lavoro e lo stipendio. L’orario di lavoro si era ridotto a 5 ore a settimana. A rafforzare il nostro convincimento che il suicidio di Gaetano non sia un fatto privato, è l’ampia eco che avuto sui grandi giornali nazionali, come “la Repubblica”, “Corriere della Sera”, “l’Unità” ed “il Fatto Quotidiano”. Anche i telegiornali nazionali ne hanno parlato. Il primo a darne la notizia nelle prime ore del pomeriggio di sabato, è stato il telegiornale di Sky. Quello di Gaetano rientra nella nuova “categoria dei suicidi per la crisi”, di cui parla la giovane scrittrice Silvia Ballestra nel suo commento alla marcia, svoltasi venerdì a Bologna, delle vedove dei mariti suicidi, uccisi dai debiti e dalla crisi, comparso su “l’Unità” di sabato. Eloquente il titolo del commento di Ballestra: “Quando il suicidio non è un fatto privato”. Contrariamente a quanto comunemente si pensa, il suicidio non è mai un gesto estremo compiuto all’improvviso. E’ un gesto che è a lungo meditato e meticolosamente eseguito, quando si è deciso di metterlo in atto perché non si hanno più speranze né possibilità. Il suicidio di Gaetano è maturato in un contesto che è ben descritto nel volantino, diffuso prima del tragico evento, con il quale l’Associazione culturale Antonio Gramsci ed il Comitato Cittadino Troina annunciano l’incontro-dibattito dal titolo “Situazione e prospettive dell’economia e delle imprese locali”, che si terrà domenica 13 maggio, alle ore 10, nel salone Paolo VI della parrocchia della Madonna del Carmine. Ne trascriviamo uno stralcio:
“La situazione dell’economia del paese è diventata particolarmente critica. È una situazione di crisi acuta che colpisce tutti i settori dell’economia locale mettendo a rischio la sopravvivenza di molte aziende commerciali ed artigiane. La disoccupazione in paese, soprattutto quella giovanile, è un dato strutturale. Anche se non ha più le dimensioni degli anni ‘60 e ’70 del secolo scorso, non si è arrestato il flusso migratorio in uscita, che adesso è alimentato dai giovani con il diploma e la laurea in tasca. Con una popolazione che diminuisce ed invecchia, non è affatto rassicurante il futuro non molto lontano che si prospetta per Troina. In paese è molto diffusa la sensazione che, permanendo questo stato di cose, il futuro non è più una speranza, ma una minaccia. La percezione dell’assenza di prospettive rende più acuto il disagio degli strati sociali che compongono la società troinese, in particolar modo dei ceti medi in declino e dei lavoratori dipendenti che hanno perso il lavoro e dei lavoratori disoccupati che lo cercano e non lo trovano…”.
In uno dei quattro biglietti scritti prima di togliersi la vita, quello indirizzato alla moglie, Gaetano ha lasciato scritto di aver fatto quel gesto estremo nella speranza che, qualcuno mosso da compassione, venga in aiuto alla sua famiglia a risolverle il problema del lavoro.
E’ un grido di aiuto nel quale l’intero paese di Troina si riconosce.

Silvano Privitera