C’è un nesso tra declino agricoltura e exploit campi eolici e fotovoltaici nel territorio nord dell’Ennese

Il sequestro del parco eolico Giunchetto nel territorio del comune di Nicosia disposto dalla magistratura e le iniziative promosse dal comitato civico “No biomassa” contrario alla realizzazione dell’impianto di cogenerazione di energia elettrica e termica da biomassa in contrada Serro Croce nel territorio del comune di Troina, suscitano molto interesse e fanno sorgere molte domande nell’opinione pubblica. Una delle domande, che ricorre spesso nelle discussioni su quest’argomento, riguarda i motivi per i quali il territorio dell’Ennese, ed in particolare della zona nord a ridosso del versante meridionale dei Nebrodi, sia scelto dalle imprese del settore delle energie rinnovabili per installare parchi eolici, campi fotovoltaici e centrali a biomassa. Gli incentivi finanziari previsti in misura consistente dalle leggi dello Stato italiano per questo tipo di impianti, sono una delle ragioni che spiegano quest’interesse dell’imprese del settore delle energie rinnovabili per il territorio ennese. Ma non c’è solo l’interesse di queste imprese agli incentivi finanziari. Il territorio ennese è una tipica area interna del mezzogiorno d’Italia in grande ritardo di sviluppo economico. Nonostante tutti i tentativi messi in atto negli ultimi 20 anni, con la legge 488, i patti territoriali, i progetti integrarti di sviluppo ed il programmi comunitari di sviluppo rurale Leader, non ci sono stati processi di sviluppo economico che sono decollati. Tutti i settori in cui si articola il suo sistema economico sono in un grave affanno, che mette a repentaglio la sopravvivenza di molte imprese. L’agricoltura e la zootecnia sono i comparti del sistema economico locale in maggiore difficoltà rispetto alle altre attività economiche. C’è un nesso tra l’esploit delle energie rinnovabili e le difficoltà che questo settore dell’economia locale sta attraversando. Da alcuni anni, il reddito di agricoltori ed allevatori dell’ennese è in calo. Dal 2005 al 2010, è diminuito del 17%. Pur avendo un patrimonio zootecnico non trascurabile, sui banconi delle macellerie si trova carne importata dalla Francia. Le carni e i prodotti della terra costiuiscono le voci più copicue dell’import della provincia di Enna. E’ molto forte, per allevatori ed agricoltori, la tentazione di mollare un’attività sempre meno redditizia e di cedere i terreni in proprietà o in affitto ad imprese che costruiscono questi impianti di produzione di energia elettrica termica dal fotovoltaico, da biomassa e dal vento. L’installazione di questi impianti in terreno agricolo sta modificando il paesaggio rurale e sottraendo superficie alle attività agrarie e zootecniche dell’ennese. Si è passati dai campi di sterminio allo stermino dei campi.
Silvano Privitera