Enna. Consorzio di sviluppo industriale di Dittaino: sedici aziende chiuse

Enna. La crisi finanziaria sta toccando tutti i settori dall’edilizia all’industria, al commercio. Non si salva nessuno per cui si registrano chiusura di aziende, richiesta di cassa integrazione, procedure fallimentari, licenziamenti, riduzione della produzione. La zona industriale della Valle del Dittaino è il termometro di questo stato di cose ed oggi delle 53 aziende che hanno realizzato i loro opifici nella zona ben 16 hanno chiuso battenti perché non era possibile continuare più l’attività. Molte di queste aziende erano nate con “il patto per lo sviluppo” della provincia di Enna, nato negli anni ’90, che aveva assegnato circa 147 miliardi delle vecchie lire oltre a quelli ricevuti con la legge 488. Di quelle aziende poche sono rimaste in vita e sono attive. Allo stato attuale, dunque, delle 53 aziende 16 hanno gettato la spugna e qualcuna come la Fidia, produceva apparecchi medicale, è in procedura fallimentare, qualche altra come la Ipra, che produceva liquidi dialettici, ha gli operai in cassa integrazione, mentre altre hanno chiuso la loro attività senza tanti clamori. Di aziende attive ne sono rimaste 26, oltre a quattro aziende che sono ospitate nei rustici artigianali di proprietà del Consorzio Industriale, mentre due aziende, una di analisi cliniche e la Confezioni Giudice vengono ospitate nella struttura del Centro Direzionale. La superficie dell’area industriale di Dittaino è estesa per 310 ettari e quindici sono spazi ovunque dove poter stabilire gli insediamenti delle aziende, da diversi anni il Consorzio vive di commissariamenti decisi dalla Regione Siciliana e i commissari straordinari e no non hanno mai attuato una politica di richiamo per l’area industriale, andare a convincere industrie di un certo prestigio ad insediarsi nell’area ennese anche perché i costi sono relativi e poi la posizione è sicuramente valida perché si trova a metà strada tra gli aeroporti ed i porti di mare di Catania e Palermo, che possono essere raggiunti in poco tempo. Delle 26 aziende rimaste in attività ce ne sono alcune che hanno travalicato l’area regionale perché i loro prodotti sono di alta qualità. Basterebbe citare il panificio industriale della Valle del Dittaino, presieduto dall’avvocato Nino Grippaldi, il pastificio Cerere, che produce pasta di alta qualità , c’è l’impianto di Biomasse Sicilia che produce elettricità, utilizzando la legna dei boschi del territorio ennese, c’è la logistica dei fratelli Arena, laLaterlit che produce argilla espansa e anche impianti fotovoltaici, c’è l’impianto di compostaggio che produce “compost”, un fertilizzante per l’agricoltura con la parte umida dei rifiuti, la Nebiolo che produce macchina per la stampa ed è a livello nazionale, la Realgas che distribuisce per quasi tutta la Sicilia GpL. Sono aziende, dunque, che resistono alla crisi, soprattutto grazie alla loro alta qualità e sono aziende, ovviamente che producono lavoro.