Il Partito Democratico di Enna e della Sicilia, e il ruolo politico dell’ex senatore Crisafulli

crisafulli alloro rabitoEnna. Una memoria su alcune vicende e sull’operato dell’ex senatore Crisafulli è stata inviata al segretario del Partito Democratico Epifani ed ai quattro candidati alle primarie per la segreteria nazionale del PD dall’ex compagno (storico) l’ennese Enzo Cimino. Per dovere di informazione (pur non condividendo sia la tempistica che l’esposizione) la pubblichiamo integralmente, con una delle foto giorni addietro pubblicate presso un sito regionale, cui Cimino fa riferimento.

Ero alla Leopolda domenica 27 ed ho applaudito il giornalista siciliano Diliberto,  detto “ Pif “, urlando “ bravo, bravo…..”, allorquando ha tolto il lenzuolo che copre da tempo l’agire pubblico senza limiti dell’ex senatore Crisafulli.

    In Sicilia, ma anche non pochi a Roma, “tutti sanno tutto“ di questo esponente politico, ma il suo ruolo lo descrivono con verità sempre parziali, oppure con sottesa e benevola ironia, comunque tali da non toccare i nervi scoperti delle vicende angoscianti sue e di settori del P.D isolano.
Trattandosi, pertanto, di un caso che tocca tratti dell’identità stessa dei Democratici siciliani mi permetto di rivolgermi con misura e chiarezza a Voi, sia pur con l’amarezza e la rabbia esplose in me quando ho ascoltato la denuncia fatta nell’assise pubblica di Firenze, ma non in una qualsiasi di Palermo o di Città siciliane.
Premetto che era ora che Crisafulli annunciasse di volersi querelare, azione da lui mai avviata quando nel passato, ogni tanto, stampa nazionale e autori di libri rendevano noti fatti inquietanti che l’avrebbero visto protagonista o compartecipe. Il che la dice lunga sul suo stile di vita e di uomo pubblico.
Tale sua decisione, finalmente, pone sul giusto binario, prima su tutto, i suoi casi giudiziari, potendoli collocare per quelli che sono sul  piano dell’etica pubblica.

Esponiamo tre dei suoi “incidenti” giudiziari:

a) L’incontro con uno dei capi della mafia siciliana avv. Bevilacqua (sta scontando 2 ergastoli) avvenne10 anni fa, pur sapendo che questi era stato in carcere per otto anni in quanto mafioso, ed uscito solo per decorrenza dei  termini di custodia cautelare per pochi mesi. Del mafioso Bevilacqua si sapeva tutto, essendo stato anche un “andreottiano” potente, tant’è che per pochi voti nel ’93 non venne eletto deputato regionale.
Dalle nostre parti si suole dire che “ognuno sceglie gli amici che vuole”. Non per un uomo delle pubbliche istituzioni, però. Infatti Crisafulli, allora, era vicepresidente dell’Assemblea regionale! Emanuele Macaluso, da buon maestro di vita per tanti militanti della mia generazione, ci ricordava che “da un mafioso non si accetta neppure un caffè”.
Di cosa discussero i due, stranamente faccia a faccia e, quindi, senza altre presenze? Di un grande insediamento produttivo, ad Enna, di un gruppo d’industriali del Nord, giacché il Bevilacqua esigeva che fosse lui a costruire il manufatto della futura azienda. A questa richiesta mafiosa la risposta di Crisafulli fu sconcertante: non spettano alla tua impresa i lavori ma ad  un’altra, a lui particolarmente cara e vicinissima.
A quale titolo Crisafulli decideva chi dovesse eseguire l’opera edile? Non certo quello di deputato della Regione Sicilia, ma del politico prepotente che pretende d’invadere tutti i campi della vita pubblica e non.

Se questi fatti sono ritenuti irrilevanti sul piano giudiziario, essi devono esserlo per il PD che dovrebbe imporre un pieno rigore nei comportamenti di chi ha compiti istituzioni. È questo il pensiero che il sostituto procuratore antimafia Condorelli espresse nell’ordinanza d’archiviazione dell’inchiesta.
Con spregiudicatezza l’ex senatore afferma, oggi, che “Pio La Torre lo adorava”, richiamandosi alla storica battaglia di fine anni ’70 per dire NO all’installazione dei missili nucleari in Sicilia e ricordando che allora era segretario provinciale del P.C.I. Anch’io ho conosciuto questo Grande Uomo e Dirigente Politico Siciliano, legandomi per la vita ai suoi insegnamenti. Sono certo che, di fronte a questa squallida vicenda, avrebbe avuto una reazione intransigente ed immaginabile.
Insomma, Crisafulli non avrebbe avuto comprensione alcuna.

b) Processo per i lavori della strada di campagna che porta alle sue due ville.  Sia pur essendo una strada comunale, essi sono stati eseguiti con i soldi della Provincia. Bislacco, eufemisticamente parlando.
Ma ancor più strane sono le pressioni esercitate e le telefonate registrate ai tecnici e all’impresa fatte con il tono e il piglio di chi si sente potente.
Domando: è questo un comportamento di un senatore del PD da ritenere ammissibile ?

c)  Causa penale su aspetti gestionali della s.p.a pubblica “EnnaEuno”, della quale era stato presidente per alcuni anni.
Annotiamo solo questo: detta società, creata per la gestione dei rifiuti, in pochi anni accumulò debiti per circa 80 milioni d’euro, fece assunzioni con il clientelismo peggiore, accumulò interessi bancari per milioni d’euro l’anno ed altro ancora. Ovunque sarebbe stato una vergogna, ma non in Sicilia ove tutto è sanabile con “Mamma Regione”!
Domando: per il PD ciò nulla conta, sia pur trattandosi di mala gestione pubblica e di questo modo d’interpretare il servizio pubblico ?

Questo è il percorso di vita dell’ex senatore segnato da vicende giudiziarie, per nulla di secondo ordine, che non possono non avere ripercussioni sui ruoli ancora che vuole assumere con i Democratici.
C’è, inoltre, l’altra faccia della medaglia, forse più sconcertante dell’altra fin qui descritta, sia pur per grandi linee. È quella della sua idea del partito inteso come qualcosa di personale e della presa sua sulle strutture pubbliche, a partire, ad esempio, dall’Università Kore di Enna  per finire ad Enti fantasma come l’Ente Autodromo Pergusa. Lungo sarebbe l’elenco del suo “Fare politica” che lo ha portato a rivoltare davvero “il calzino” alla sinistra ennese.
Ci limitiamo a evidenziarne alcuni attraverso i fatti che, si sa, hanno la testa dura.

1.      È stato eletto segretario provinciale del PD  con oltre il 90% dei votanti, avendo l’altro candidato, sempre vicino a lui, ricevuto appena un centinaio di voti.
Essendo caso unico in Italia, è così difficile capire che molte sono le zone oscure del partito di Enna, ove sarebbe quantomeno il caso d’accendere la lampada, se non il faro?
Logica e regole, anche non scritte, imporrebbero che la Direzione Nazionale procedesse ad una doverosa verifica non formale con un serio atto ispettivo prima delle primarie dell’8 dicembre.

2.      Ha negato il diritto ad iscriversi al PD, negli ultimi anni, a centinaia e centinaia di vecchi e nuovi militanti, di giovani, di amministratori, di consiglieri comunali, di ex dirigenti di partito stimati, e soprattutto di persone perbene, che hanno il solo torto di dissentire.

Ha detto NO ad essere democratici con tessera a persone come:
Elio Galvagno, cofondatore del PD in Sicilia essendo stato l’ultimo segretario regionale della Margherita;
Salvatore Termine, ultimo segretario provinciale dei DS;
Giuseppe Arena, ultimo segretario provinciale della Margherita;
Piergiacomo La Via, ex Sindaco di Nicosia per 10 anni.
Per tanti altri ancora il PD viene reso impraticabile, avendo tutti un comune denominatore: ritrovarsi solo nelle idee fondanti dei Democratici senza capi e cacicchi. Per Crisafulli questo è con probabilità un marchio grave, o almeno d’incompatibilità.

3.      Tre volte gli organi nazionali di partito hanno negato formalmente le sue candidature: nel 2004 alle elezioni europee – nel 2010 per l’elezione a Sindaco di Enna – nel 2013 per l’elezione a Deputato. Si stenta a non capire del perché il Partito non sia conseguente a tali decisioni dovute, di certo, a ragioni non solo d’opportunità ma perché il personaggio era “ingombrante”.

4.      Il Sen. Beppe Lumia, ex presidente della Commissione Antimafia, contrasta da tempo con tenacia i ruoli e i modi di far politica di Crisafulli. È il solo in Sicilia, essendo molti a tenersi a distanza dalla sua battaglia. Ha il privilegio di essere l’unico a ricevere da Crisafulli (entrambi erano nello stesso gruppo dei democratici) una denuncia penale per querela!

Nella nostra Isola mai nulla è semplice o non sempre è spiegabile, ma è evidente che l’ex parlamentare è un muro di sostegno dell’Edificio del Potere Politico Regionale. Per cui se crolla Lui, la struttura può come minimo lesionarsi. Ad Enna, comunque, succede qualcosa che sa di semiserio: chi ha rapporti anche appena umani con Lumia è espulso dal partito. Non ci resta che ridere o piangere!

5.      A coloro che si ritrovano nella proposta politica di Renzi dallo scorso anno ha negato l’agibilità al PD. Ha confermato questo proposito ancora giorni fa. Non è un assurdo, se ricordiamo che contrastò fortemente la candidatura della sig.ra Borsellino nel 2008  a presidente della Regione. Così pure spinse al massimo la sua opposizione a  Crocetta nel 2012.

6.      Il suo sodalizio politico, nel passato, con Cuffaro è ben noto. Non era naturalmente una colpa per quel tempo, ma lo è ancora oggi se ci si ricorda della vicenda dei termovalorizzatori in Sicilia, un’operazione pilotata da faccendieri e politici, che avrebbe movimentato miliardi di euro. Per fortuna fu bloccata dall’Unione Europea, diciamo così, per “vizi vari”. Sarebbe utile per il Partito riportarsi agli atti della Commissione Antimafia di anni fa in visita a Caltanissetta ed altri capoluoghi.

7.      Pretende d’entrare, personalmente o con uomini fidatissimi, in tutte le strutture economiche pubbliche (anche quelle inattive ma finanziate) pur d’acquisire  consensi e potere. Per ciò, in Sicilia, non è compromettente politicamente, anzi è un’attività necessaria per molti. E non lo è anche quando causa crack economico finanziario e rompe le regole della trasparenza, della legalità e del buon governo.

8.      La sua segreteria politica e l’associazione culturale “Pompeo Colajanni” sono un tutt’uno. Sarebbe un fatto di poca rilevanza se non fosse, o non fosse stata, finanziata con fondi del bilancio della Regione. Mai le attività e i bilanci sono stati resi pubblici. Sarebbe utile, anche per i responsabili dell’associazione, dare trasparenza per capire se si tratta della segreteria di Crisafulli o di organo culturale attivo finanziato con denaro pubblico.

 9.      Crisafulli è menbro del consiglio d’Amministrazione della Fondazione dell’Università Kore di Enna. Lo sarà, con altri, a vita in base ad un articolo illegale dello Statuto. Ovunque si direbbe “robe da matti! È impossibile”. In Sicilia è fattibile, perché su Crisafulli valgono le verità parziali e di volta in volta scelte per l’occasione.

10.  Mercoledì 30 ottobre  il blogger “SudPress” (vedi foto) ha reso pubblico  un filmato accompagnato da commento giornalistico ove l’ex senatore, il neo deputato regionale Mario Alloro e l’ex presidente dell’area industriale aprono le buste di un pubblico appalto. Non ho commenti da fare, ma chiedo solo che prendiate visione.

Ci sarebbe molto altro da portare a conoscenza sul neo segretario provinciale Crisafulli (già lo era da circa un anno), sul PD di Enna, ma pure sul gruppo dirigente siciliano e su taluni capi corrente romani, che lo hanno sempre coperto assegnandogli ruoli e funzioni di primo piano.

Dei dirigenti nazionali solo il sen. Morando ha presenziato incontri e riunioni estranei ai circuiti di Crisafulli. Ha infatti partecipato ad un’iniziativa di sostegno a Crocetta e alla lista “Megafono”.

Tutto ciò comporterebbe un dibattito e un confronto tali da richiedere sedi, occasioni e fermezza di rompere in Sicilia e nel Sud”.


Riceviamo e pubblichiamo dall’on.Mario Alloro la seguente precisazione:
Decreto di archiviazioni del 5 giugno 2009 richiesto dal sostituto dott.Marcello Cozzolino, con la seguente motivazione: “Rilevato che dalle attività di intercettazione sono emersi soltanto una serie di episodi in cui i signori Alloro, …. (omissis) hanno avuto tra loro contatti telefonici o incontri presso lo studio professionale del Sig. …….(omissis) l’oggetto delle conversazioni tra i soggetti anzidetti è sempre stato di natura squisitamente politica amministrativa, non potendo dalle conversazioni dedursi alcun indizio ne dell’esistenza di un vincolo associativo, ne di un programma criminoso, ne tantomeno di una struttura organizzativa predisposta al fine di commettere ipotetici reati, il Giudice delle indagini preliminari voglia disporre l’archiviazione”.
Con l’archiviazione è stata, altresì, disposta anche la distruzione del materiale delle registrazioni attinenti l’indagine, da parte del Dott.Cozzolino, trattandosi di documentazione non necessaria al procedimento dalla quale non sono emersi elementi utili alle indagini.
In data 26 marzo 2009 detti atti sono stati distrutti anche alla presenza dell’on.Mario Alloro.