Etna, chiusura aeroporto Catania. Salerno presidente Kore: “Alternativa seria l’aeroporto di Centuripe”

Tesoriere Giovanni“A proposito dell’isolamento aereo di oltre mezza Sicilia” così scrive il Presidente dell’Università Kore Enna, Cataldo Salerno (nella foto il Pro Rettore Kore, Giovanni Tesoriere, autore del progetto, ed anche di quello relativo l’idroscalo alla diga/lago Nicoletti di Leonforte). “Era previsto un nuovo aeroporto, ma si è preferito inseguire miglioramenti inutili all’esistente. L’ennesima chiusura dell’aeroporto di Fontanarossa, questa volta unita a quella anche di Comiso, dimostra che la sola alternativa seria per Catania e per tutta la Sicilia orientale e centro-meridionale rimane quella dell’aeroporto nella piana di Centuripe, che l’Università Kore di Enna aveva proposto alla Regione nel 2008 e per il quale il 17 gennaio 2010 venne sottoscritto un protocollo di intesa tra la stessa Università di Enna, la Regione Siciliana, Sviluppo Italia-Sicilia e la compagnia cinese HNA di Hainan (la più grande compagnia privata dopo quella statale). Purtroppo, il governo regionale di allora, non rispettò alcuno degli impegni assunti con il protocollo e tutto finì lì.
Il progetto della facoltà di Ingegneria e Architettura della Kore per il nuovo aeroporto intercontinentale in provincia di Enna, a trenta chilometri ad ovest da Fontanarossa, è rimasto sulla carta, con tutti gli studi aeronautici e con le previsioni di design che giungono fino alla progettazione di dettaglio dei banchi di check-in. aeroporto centuripeDal canto suo, la HNA, partner della Kore nell’operazione, si è ripresentata oggi prepotentemente in Italia, dove è in predicato di acquisire la proprietà di Fiumicino e, forse, anche della stessa Alitalia. Quando si tratto del nuovo aeroporto a Centuripe-Enna, invece, il presidente della Regione del tempo parlò di preoccupazioni degli americani, che evidentemente invece sarebbero tranquilli per Roma. La verità è che si aveva in mente di finanziare nuovi e infiniti lavori a Fontanarossa, mentre un nuovo aeroporto avrebbe risolto tutti i problemi, in primo luogo proprio quelli di Fontanarossa.
Sappiamo tutti come è andata e come sta andando.
E mentre il mondo si muove e l’Etna fa il suo mestiere di vulcano attivo, noi rimaniamo isolati anche dal resto d’Italia, non potendo peraltro usare neppure i treni. A rimetterci, come al solito, è la Sicilia, la sua economia e i suoi flussi turistici. Però questa volta non possiamo prendercela con gli altri, ma soltanto con noi stessi, con i nostri governi regionali e con la nostra incuria”.

Piste di atterraggio lunghe oltre 5 km per un costo stimato di 300 milioni di euro (nel 2011). L’aeroporto cinese doveva nascere nel centro della Sicilia e permettere l’atterraggio di voli intercontinentali commerciali dalla Cina nel cuore del Mediterraneo. A pochi km da Catania dove già è in funzione un aeroporto civile ed a pochi chilometri dalla base aerea di Sigonella, gestita dalla marina statunitense e dall’aeronautica militare italiana. Questa vicinanza preoccupò l’allora segretario di stato americano Ilary Clinton che, nel suo ultimo viaggio a Pechino, chiese spiegazioni sul progetto al Governo Cinese. Ma i timori non riguardavano solo la vicinanza in Sicilia delle due superpotenze, ma anche il ruolo che il crimine organizzato siciliano che avrebbe potuto svolgere in questo progetto, l’allarme venne dato dal procuratore aggiunto Antonio Ingroia.

Video: Rainews24. Un aeroporto cinese nel centro della Sicilia

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