Tre condanne definitive responsabili di rapina e di pestaggio nei confronti di un anziano di Assoro

anziano-picchiatoI giudici di Cassazione hanno reso definitiva la condanna nei confronti di due fratelli di Villarosa Andrea Salvatore e Alberto Paternò, rispettivamente di 38 e 27 anni, e di Daniela C, di 25 anni di Piazza Armerina in quanto si sono resi responsabili di rapina e di pestaggio nei confronti di un anziano di Assoro. Tutti e tre sono stati condannati a sei anni di reclusione. Nel 2010 un anziano di 90 anni si trovava in casa con la giovane prostituta, la quale aprì la porta di casa e fece entrare i due fratelli, i quali legarono l’anziano ad una sedia, lo picchiarono selvaggiamente tanto da rompergli il naso ed una gamba. Dopo la rapina i due fratelli, travisati scapparono, e l’anziano fu trasportato all’ospedale dove lo medicarono ed ebbe una prognosi di 30 giorni. La condanna di primo grado era stata emessa dal Gup di Nicosia Marco Carbone, poi era stata confermata dalla Corte d’appello di Caltanissetta, presieduta da Letterio Aloisi, ora arrivata la sentenza della Corte di Cassazione che ha respinto i ricorsi che erano presentati dagli avvocati dei tre condannati, i penalisti Mauro Lombardo e Gabriele Cantaro. In aula, il procuratore generale della Cassazione aveva detto ai giudici della Corte di Cassazione di dichiarare inammissibile il ricorso, ma i giudici lo hanno ritenuto invece ammissibile, pur respingendolo nel merito. Le condanne sono passate in giudicato. I fratelli Paternò per questa vicenda furono arrestati nell’agosto del 2011, nel corso di un’operazione condotta dai carabinieri della compagnia di Enna, diretti allora dal capitano Luca Ciabocco, mentre alla giovane prostituta furono concessi gli arresti domiciliari. La individuazione dei tre è stata possibile, grazie all’indagine accurata dei carabinieri della stazione di Assoro, i quali avevano scoperto alcune persone che avrebbero visto la piazzese il giorno della rapina assieme a uno dei fratelli Paternò, inoltre il resto è arrivato come le tracce dei telefonini, a nulla sono valse le giustificazioni dei due fratelli. L’anziano è stato scuramente coraggioso, non si era perso d’animo, riuscì a liberarsi e a raggiungere il telefono, chiamando i carabinieri.




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