Centuripe e Regalbuto: Aziende agricole fantasma e false assunzioni. 900mila euro le indennità percepite da centinaia disoccupati

guardia finanzaIl Nucleo di Polizia Tributaria di Enna ha condotto una complessa attività di servizio a tutela del bilancio dello Stato, nel settore della spesa previdenziale, che ha permesso di accertare il “modus operandi” posto in essere da parte di alcuni imprenditori agricoli fittizi per favorire la percezione illecita di indennità previdenziali ed assistenziali ai danni dell’INPS per 900.000 euro circa.
L’attività investigativa, coordinata dai Sostituti Procuratori della Repubblica di Enna: Dr. Fabio Scavone e Dr. Francesco Rio, innescata da segnalazioni inoltrate da parte di Funzionari Regionali INPS, s’inquadra nella più vasta azione di contrasto operata dal Corpo per reprimere il noto fenomeno delle aziende agricole fantasma e dei falsi braccianti agricoli.
Le indagini hanno riguardato 3 Società Cooperative, con sede legale in Adrano (CT), di fatto inesistenti, i cui amministratori hanno documentato agli uffici provinciali INPS la rilevante disponibilità di fondi agricoli, posti nel territorio di Centuripe e di Regalbuto, tali da giustificare, apparentemente, con riferimento al periodo 2010-2012, l’assunzione di 383 operai agricoli a tempo determinato, per oltre 39.000 giornate lavorative dichiarate, così costituendo, con la falsa attestazione delle obbligatorie 51, 102 e 151 giornate lavorative, secondo i casi, il presupposto necessario per la successiva erogazione in loro favore delle previste indennità, principalmente di disoccupazione agricola, da parte dell’istituto previdenziale pubblico.
A tal riguardo, venivano di volta in volta predisposti, fraudolentemente, i documenti necessari per legittimare l’impiego della manodopera, successivamente inoltrate le previste denunce aziendali, quindi, dichiarate, falsamente, all’INPS le giornate lavorative, in ultimo, al fine di rendere maggiormente credibile l’effettivo esercizio dell’attività d’impresa, presentate agli Uffici competenti le relative dichiarazione dei redditi.
Le tre Società Cooperative hanno, tra l’altro, sempre riportato, perdite per importi notevoli, risultanti da ricavi e costi primari nemmeno strumentalmente tutti indicati negli appositi quadri delle dichiarazioni.
Per due società infatti, è stato agevole rilevare, dall’esame della dichiarazione relativa all’anno di apparente operatività, che, per conseguire la perdita d’esercizio indicata, avrebbe dovuto esporre l’improbabile cifra di oltre € 1.000.000 di euro di retribuzioni pagate; ovvero, in un caso più del doppio dei ricavi apparenti dichiarati, nell’altro, più verosimile, sostanzialmente pari.
Le indagini hanno accertato l’assenza di contabilità, l’omesso pagamento dell’IVA e dell’IRAP dichiarata per oltre 110.000 Euro, nonché, ovviamente, degli ingenti versamenti dei contributi previdenziali ed assistenziali relativi ai lavoratori fittiziamente assunti.
Pertanto, attraverso l’articolata ed insidiosa condotta sopra delineata, è stato indotto in errore l’Ente Pubblico erogatore circa la sussistenza dei previsti requisiti di legge, frodando l’erogazione delle indennità a favore degli operai agricoli comunicati da parte delle tre aziende agricole.
L’attività investigativa ha portato alla denuncia dei tre amministratori delle cooperative fantasma e dei 383 falsi braccianti agricoli percettori delle indennità per truffa aggravata finalizzata alla percezione illecita di indennità previdenziali ed assistenziali (disoccupazione agricola, malattia e maternità), quantificate in oltre 900.000 euro e falsità ideologica commessa da privato.
Oltre alla prevista comunicazione all’Autorità Giudiziaria, è stata effettuata una dettagliata segnalazione alla Procura Regionale della Corte dei Conti, per l’eventuale avvio dell’autonoma azione di responsabilità amministrativa per danno erariale.