Enna. Recuperate la casa di Colajanni e datela alla città

napoleone colajanniIl futuro passa attraverso la conoscenza e, aggiungeremmo noi, il rispetto del passato. Partiamo da questo pensiero per riscoprire la figura di un noto personaggio ennese che sembra essere caduto nel dimenticatoio: Napoleone Colajanni. Se le sue azioni politiche sono state oggetto di studi e interesse di tanti, la stessa sollecitudine non gli è stata riservata per ricordarne e custodirne le origini. Passeggiando per Enna in uno dei vicoli più addentrati del centro storico balza all’attenzione una targa in marmo che ricorda come quella casa, su cui si appoggia la lastra, sia stata abitata da Colajanni. Raggiungibile da un lato attraverso via Castagna e dall’altro percorrendo via Reepentite e via Sant’Agrippina (zona Canalicchio), arriviamo nella via intitolata proprio al nostro concittadino morto il 2 settembre 1921 e guardando le targhettine con i numeri civici e il cognome di Colajanni in un certo senso storpiato capiamo che non ci attende ciò che speravamo. Di quella casa, e soprattutto del ricordo di Napoleone Colajanni, oggi rimane solo la targa, una finestra di legno rotta e un prospetto imbrattato. Nessuna cura di quella che potrebbe essere un’attrattiva turistica e, perchè no, anche un museo sulla vita di colui che si può affarmare essere stato uno dei principali politici di fine ‘800 ed inizio ‘900.
Attratto fin da giovane dalle attività di Giuseppe Garibaldi, Colajanni approfittò del suo passaggio a Castrogiovanni, oggi Enna, per arruolarsi coi garibaldini. Dopo la laurea in medicina ed una parentesi in America tornò in Italia per dedicarsi allo studio della sociologia e per continuare la sua attività politica già iniziata nel 1872 con l’elezione a consigliere comunale a Castrogiovanni e proseguita nel 1882 come consigliere provinciale mentre nel 1890 fu eletto per la prima volta deputato nazionale. Qui portò avanti numerose battaglie, dall’istituzione di scuole minerarie al completamento della rete ferroviaria isolana passando per la denuncia alla Camera per lo scandalo della Banca romana. Per ben due volte si dimise da parlamentare, una prima volta per difficoltà economiche della famiglia ma furono i concittadini a sostenerlo, mentre la seconda occasione fu per motivi strettamente politici. Dal presidente della Repubblica Pertini fu collocato nella “schiera leggendaria dei fondatori del socialismo italiano” anche se lo stesso si diceva indipendente da qualsiasi partito. Qualche giorno dopo la sua morte i giornali nazionali ne ricordarono la memoria tanto da sostenere che i cittadini hanno bisogno di rifarsi a lui come esempio.
Un pensiero espresso 93 anni fa ma forse dimenticato visto che di quella casa oggi pare che nessuno voglia occuparsene; si potrebbe infatti andare al di là della statua a lui dedicata (posta vicino la chiesa di Santa Chiara) tramandandone la memoria alle future generazioni iniziando a recuperare la casa abbandonata.

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