Troina: chiosco della “discordia” in piazza Falcone-Borsellino

Giovanni SuranitiTroina. Nonostante siano passati diciotto lunghi mesi (la prima richiesta di concessione suolo risale ormai al lontano ottobre 2014) la realizzazione del chiosco in piazza Falcone-Borsellino continua ad essere di drammatica attualità.
In merito alla vicenda, il consigliere comunale di maggioranza Giovanni Suraniti ha voluto esternare il proprio pensiero. “All’istanza di un cittadino spinto dall’esigenza di riacquistare la propria dignità lavorativa e la voglia di rimanere nella propria città unitamente alla propria famiglia senza dover ricorrere all’ennesimo allontanamento dai propri cari, con la volontà di spendere i risparmi di una vita senza la certezza che l’investimento sia realmente produttivo, si contrappone la protesta degli abitanti del quartiere (non tutti fortunatamente). Il ricorrere alla Procura della Repubblica, all’ANAC e/o al TAR per impedire la realizzazione di un chiosco appartiene alla libera iniziativa di chi la vuole mettere in atto; sono le motivazioni, a parere di chi scrive, che non convincono. Mi chiedo: perché si evoca il terreno dove allora è stata realizzata la piazza dimenticando che all’epoca, chi oggi protesta, ha fatto sloggiare diciotto famiglie, avendo prima utilizzato i loro risparmi, infischiandosene dei maggiori costi che le famiglie stesse avrebbero sostenuto per realizzare l’alloggio in cooperativa?
Come mai ci si preoccupa che nelle vicinanze ci sono altri due chioschi e altri sei bar, se l’attuale ubicazione del chiosco viene spostata di manco una decina di metri il problema non esiste più? Ed ancora, come mai un altro chiosco da realizzare nelle immediate vicinanze non dà gli stessi problemi? E che dire dei più volte enunciati e mai chiariti conflitti di interesse tra i soggetti coinvolti? Ne vogliamo parlare in pubblica assemblea, coinvolgendo magari tutta la cittadinanza, e finalmente rendiamo pubblici questi fantomatici conflitti d’interesse?
Bisognerebbe analizzare quale è veramente il problema: non è per caso che qualcuno si sente padrone della piazza e magari gli da fastidio posteggiare l’auto a pochi metri di distanza piuttosto che sotto casa? O per caso gli da fastidio un po’ di animazione tanto da ricercare il modo di allontanare chiunque pensa di utilizzare la piazza, compreso i ragazzini che si dilettano a giocare con pattini e skateboard? In tal senso mi viene in mente il film Nuovo Cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore nella scena in cui lo scemo del villaggio inveiva contro chi passeggiava sulla piazza antistante il cinema al grido “la piazza è mia”.
Se come penso sono queste le pregiudiziali ritengo che si siano persi strada facendo gli ideali di solidarietà e attenzione verso i deboli propri della sinistra, cui la totalità di chi protesta si dice di appartenere, contrapponendo le esigenze personali e la politica del proprio gradino, finanche a minacciare di porsi all’opposizione dell’amministrazione guidata dal Sindaco Venezia, alla voglia ed al bisogno di emergere dall’oblio della parte più debole della nostra collettività.
I problemi che attanagliano la nostra cittadinanza sono di gran lunga più gravosi della realizzazione di un chiosco che, a mio parere, ha già distolto troppo tempo alle reali esigenze per cui una amministrazione è stata chiamata a guidarci”.