Enna. Truffa Vodafone: pensionato 76enne ordina, sotto falso nome, sei telefoni cellulari

enna truffa vodafoneI Carabinieri del Nucleo Investigativo di Enna hanno fermato e denunciato in stato di libertà V. D. di anni 75 , originario della provincia nissena ma residente da anni ad Enna per il reato di truffa aggravata in danno della Soc. Telefonica Vodafone Italia.

La vicenda trae origine da una segnalazione pervenuta ai Carabinieri di Enna da parte del Dipartimento Security della Vodafone di Milano relativa alla ricezione, presso i loro uffici commerciali, di alcune proposte di acquisto di smartphone ed iphone di ultima generazione, risultate sospette perché contenenti le generalità complete di titolari di imprese commerciali site in vari centri della provincia di Catania con richiesta, però, di consegna dei telefoni cellulari presso un indirizzo della città di Enna.

Secondo quanto poi effettivamente scoperto la truffa è stata attuata facendo pervenire alla Vodafone delle proposte di acquisto di telefoni cellulari collegati a dei contratti di consumo, utilizzando le generalità (vere) di imprenditori della Provincia di Catania, rivelatisi successivamente completamente ignari dell’ utilizzo truffaldino del loro nome personale e della loro azienda. Facilmente prevedibili i problemi che sarebbero nati per gli stessi se la truffa si fosse consumata in quanto direttamente a loro sarebbero pervenute, come già avvenuto in precedenza, le richieste di pagamento da parte della Vodafone per i telefoni prelevati a loro nome.

Una volta avvisati dei fatti hanno infatti già sporto denuncia la loro personale denuncia per il reato di “sostituzione di persona”.

Al fine di individuare il soggetto che aveva messo in piedi la truffa (o che ne era quanto meno complice con altri) ed al quale era destinato il pacco con i telefoni cellulari ordinati, i Carabinieri hanno pazientemente seguito le tracce del corriere di una ditta di spedizioni private che, una volta giunto ad Enna, dopo aver effettuato una serie di normali consegne, si è recato con il pacco con i sei iphone della Vodafone presso l’ indirizzo indicato sulla bolla di consegna.

Giunto sul posto ha trovato un palazzo ed un citofono sul quale l’ingegnoso truffatore aveva provveduto ad applicare quella stessa mattina (giorno chiaramente previsto per la consegna del pacco), una fascetta adesiva con il cognome del soggetto indicato nel falso contratto d’ acquisto, incollata sul suo vero cognome.

In questa maniera ha finito per trarre completamente in inganno il corriere che, dopo aver suonato al campanello del condominio ed essere salito al piano corrispondente, ha consegnato il plico contenente i sei telefoni cellulari all’anziano soggetto, mai sospettando che dietro a tale persona poteva celarsi un truffatore.

Qui sono però intervenuti i Carabinieri che hanno prontamente recuperato il pacco, bloccato il truffatore e conducendo lo stesso in Caserma per raccogliere i chiarimenti che lo stesso si era dichiarato inizialmente dichiarato pronto a fornire.

Una volta giunto in Caserma, messo davanti all’evidenza dei fatti, l’anziano ha ammesso che si trattava di una truffa, senza voler aggiungere altro.

Il Magistrato di turno, notiziato dell’ accompagnamento in caserma del soggetto, ha disposto per l’anziano truffatore il suo rilascio con deferimento in stato di libertà, il sequestro dei telefonini e la loro restituzione alla Vodafone.

Le indagini dei Carabinieri continuano per cercare di individuare ulteriori soggetti coinvolti nella vicenda in quanto è logico ipotizzare che il truffatore ennese non può aver fatto tutto da solo e che, una volta avuta la disponibilità dei telefoni cellulari, gli stessi sarebbero certamente finiti in altre mani, alimentando il mercato clandestino dei telefoni oggetto di furto o truffa, essendo sempre moltissimi i soggetti, specie i giovani, che risultano essere allettati dalla facile occasione di comprare ad un prezzo decisamente minore un telefono di ultima generazione, non essendo forse a conoscenza di rischiare di essere facilmente scoperti e rispondere, a loro volta, del reato di ricettazione, ancor più grave della truffa stessa.