Enna. Si è dimesso il consigliere Tremoglie: “Troppe lentezze burocratiche, non si può svolgere così il ruolo di consigliere”

tremoglie mario consigliere comunale pdDimissioni a sorpresa per il consigliere comunale Mario Tremoglie che lo scorso fine settimana, a conclusione di un vivace ragionamento sulla discarica di Cozzo Vuturo, ha rassegnato le proprie dimissioni da consigliere comunale e, quindi, da presidente della IV Commissione consiliare.

Una decisione inaspettata, dunque, soprattutto perché Tremoglie in questo primo anno è stato tra i più attivi nell’attività consiliare.
Ufficialmente Tremoglie ha imputato la sua scelta all’eccessiva lentezza burocratica dell’ente, ma pare che dietro ci sia dell’altro. Pare infatti che Tremoglie possa non aver gradito il taglio dato all’argomento con uno scarico di responsabilità. Da qui la scelta del consigliere che ha sempre detto di voler lavorare per il bene della città andando oltre le concezioni di contrapposizione politica e partitica.
Tremoglie ha già comunicato la sua scelta alla Presidenza del Consiglio inviando un telegramma ma è in atto un periodo di riflessione come ha dichiarato dallo stesso ad un quotidiano e che noi riportiamo: «C’è un problema di burocrazia dentro l’ente anche per fare delle determinazioni e credo che per un consigliere comunale è fondamentale essere parte attiva e se questo non può succedere allora è meglio andare via. Sto parlando con chi mi ha sostenuto, sto riflettendo con loro. Per ora la decisione è questa e presto deciderò se ratificarle». Di certo Tremoglie ha spiegato che vorrà portare a termine il lavoro sulla discarica iniziato in commissione.

Al di là delle spiegazioni date dal consigliere del Pd Mario Tremoglie e della definitiva decisione che prenderà non si può non ipotizzare che dietro ci sia un discorso politico più complesso ed intrecciato perché le indiscrezioni e le voci di un’opposizione dura del Pd nei confronti del sindaco Dipietro si fanno sempre più insistenti tanto che qualche consigliere democratico ha lamentato a denti stretti che la strategia imposta dall’alto di iniziare le operazioni di sfiducia al sindaco (che saranno possibili tra un anno e se verrà portata a compimento la proposta di legge basteranno 15 consiglieri) non piace molto anche se “per spirito d’appartenenza” – si è lasciato sfuggire qualcuno – si devono portare avanti.