Il Beato Felice da Nicosia il primo ad essere santificato da Papa Benedetto XVI

Enna 26.09.05 – Papa Benedetto XVI, il prossimo 23 ottobre, presso la basilica San Pietro a Roma, santificherà i primi 5 santi del suo pontificato, tra cui il Beato Felice da Nicosia, un frate appartenente all’ordine dei Francescani.

Nato nel 1715 nella cittadina nicosiana e morto il 31 maggio del 1787. La sua vita si contraddistingue per l’osservanza della più stretta povertà e per l’aiuto alle famiglie più disagiate in un regime di assoluta carità. Fu accolto tra i Frati Minori Cappuccini all’età di 28 anni e da allora i suoi quotidiani rapporti con la comunità nicosiana furono intensi grazie alla sua generosità e alla sua misericordia.

Nella cittadina del territorio ennese, che conta 15 mila abitanti, si preparano i festeggiamenti, sostenuti anche dalla Provincia Regionale che vede in prima persona coinvolto il presidente Cataldo Salerno.

Sistemata la casa natale di Fra Felice, una grotta dove abitava da ragazzo prima di prendere i voti, meta certa di pellegrinaggio, in attesa dell’evento che vedrà una moltitudine di fedeli recarsi nel tempio della cristianità per rendere omaggio a quello che ormai tutti chiamano Santo.

Fra Felice fu beatificato da Papa Leone XIII il 12 febbraio del 1888. La sua storia fu poi ripresa e sottoposta al vaglio della autorità ecclesiastiche intorno agli anni ’80 dal vice postulatore Fra Luigi Saladino, nel 1983.

Nell’archivio della Curia vescovile di Nicosia sono custoditi da oltre un secolo 10 grandi volumi di oltre 6 mila pagine, in lingua italiana e latina che formano il Gran Libro del processo canonico sulla sua vita, le sue virtù, costellata da un numero sbalorditivo di miracoli.
Ad organizzare l’evento i Frati Cappuccini, con in testa don Antonio. Nella cittadina nicosiana, la roccia sovrastante il paese tutte le sere dallo scorso luglio viene illuminata da 10 lampade che riflettono in maniera assolutamente visibile e suggestiva l’immagine del volto del Beato. In paese si grida già al miracolo, ma le autorità preposte non vogliono ancora pronunciarsi.