Enna: Come far ritornare al vecchio splendore la Torre di Federico e villa Farina

Enna 03/05/07 – Ci sarebbe la possibilità di far tornare al vecchio splendore il parco urbano della Torre di Federico, che è uno dei simboli della città, così come la Villa Farina, con una semplice idea che trova riscontro in alcune leggi della Regione siciliana. Ci riferiamo all’articolo n. 14 della legge regionale n.16 del 1996 e all’articolo 15 della legge regionale n.14 del 2006. Il parco e la villa, che attualmente si trovano in condizioni di estrema precarietà, potrebbero essere ristrutturate e valorizzate a costo zero se il Comune mettesse in atto tutte le procedure previste dalle leggi regionali. In pratica, il Comune potrebbe sottoscrivere un protocollo d’intesa con l’Azienda regionale foreste demaniali che, tra l’altro, secondo le leggi regionali, ha avuto affidato lo svolgimento di attività vivaistiche e di restauro di verde pubblico ed anche la ricostituzione ed il miglioramento della copertura vegetale nei territori marginali. “Questo è quanto previsto –dice il direttore dell’Azienda foreste demaniali di Enna, Enrico Caruso- nella legge del comparto forestale. L’anno scorso, con la legge n.14 articolo 15, addirittura l’Assemblea regionale ha precisato che l’Azienda foreste demaniali può partecipare al miglioramento di terreni che abbiano determinate vocazioni o valore collettivo di enti pubblici , quindi terreni dei comuni della provincia e quant’altro”.

Quindi questa legge sembra scritta e ideata per Enna e per le sue ville comunali?
“Certamente, non escluderei a priori che questa legge, che fa espresso riferimento ai giardini pubblici, potrebbe essere estesa anche alla Torre di Federico e alla Villa Farina. Naturalmente lei capisce bene che tutto è subordinato alla dotazione finanziaria che riceve il Dipartimento regionale dell’azienda forestale, che è quello che poi dovrebbe stabilire se è possibile, o meno, formalizzare una convenzione con strutture del genere. Intanto, ci deve essere da parte del Comune l’offerta, o meglio l’iniziativa, che deve sempre partire dal proprietario del bene. Se il comune di Enna dovesse formulare una richiesta del genere, è chiaro che l’istruttoria verrebbe formalizzata sempre a livello regionale, anche se la pratica verrebbe esaminata qui da noi, e sono io che dovrei esprimere un parere sulla validità dell’iniziativa. Tra l’altro, c’è da dire –continua il direttore Caruso- che già in provincia di Enna abbiamo sperimentato delle collaborazioni attraverso delle convenzioni, come ad esempio con il comune di Sperlinga per quel che riguardava il bosco comunale. Non solo. Oggi la convenzione più grossa che continuiamo ad esercitare è con il comune di Nicosia e concerne i circa duemila ettari di terreni dell’azienda Silvio Pastorale, dove lavora una grossa massa bracciantile e dove abbiamo realizzato grandi opere tanto che, quel territorio, successivamente alla gestione da parte nostra, è stata dichiarata area protetta, con l’ istituzione di una riserva naturale denominata Campanito-Sambughetti. Un’altra convenzione l’abbiamo esercitata a Catenanuova, dove abbiamo realizzato assieme al Comune il parco urbano di San Prospero. Inoltre, ci prepariamo un’altra grossa convenzione con lo stesso comune di Enna e riguarda il bosco di Rossomanno”. E allora ci chiediamo, se le leggi ci sono, perchè non cercare finanziamenti e collaborazione in chi, come l’Azienda regionale foreste demaniali, ha assegnato, per legge, il compito di intervenire?
GL

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redazione-vivienna