Cuffaro: Sentenza conferma ‘Mai favorito la mafia. La mia attività prosegue’

Palermo – “Ho sempre sperato che la verità di cui ero moralmente certo venisse riconosciuta anche in sede giudiziaria. La sentenza di oggi conferma che non ho mai commesso atti tesi a favorire la mafia, vero e proprio cancro della Sicilia, che ho sempre combattuto con tutte le mie forze. Proprio per questo, come già detto in passato, ritengo, comunque, giusto, importante e doveroso continuare a svolgere il compito al quale sono stato chiamato dai siciliani”.
“Tuttavia, non posso nascondere lo stato di disagio nel quale mi trovo di fronte a una sentenza di primo grado che mi vede, comunque, condannato. Per il rispetto che ho sempre manifestato nei confronti delle istituzioni non intendo commentare la sentenza ma preannuncio fin da ora un ricorso affinché venga riconosciuta la mia completa innocenza di cui mantengo l’intima certezza”.
Lo ha dichiarato il presidente della Regione siciliana Salvatore Cuffaro, dopo avere appreso la sentenza al processo che lo vedeva imputato.
“E’ necessario a questo punto – ha proseguito Cuffaro – riprendere con maggiore vigore e con l’entusiasmo e la passione che hanno sempre contraddistinto la mia attività politica il percorso che manca per completare il programma di governo, a partire da quelle iniziative prioritarie di cui ho parlato ripetutamente”.
“Ho vissuto momenti molto difficili sul piano umano: mi è stato possibile superarli grazie alla fede che non mi ha mai abbandonato, nemmeno nei momenti più critici. Sono profondamente grato a mia moglie, ai miei figli e ai miei genitori che mi hanno sostenuto in questi anni lunghi e difficili”.
“Voglio ricordare anche tutti coloro – e sono davvero tantissimi – che in questi anni hanno voluto manifestarmi in tanti modi il loro sostegno e il loro affetto. E’ grazie a loro che ho trovato la forza e la capacità di andare avanti nella mia attività in questi anni così difficili.”.
“Non posso dimenticare però tutti coloro – e sono davvero tantissimi – che in questi anni hanno voluto manifestarmi in tanti modi il loro sostegno e il loro affetto”.
“Debbo un ringraziamento particolare – ha aggiunto il presidente Cuffaro – ai miei avvocati per la competenza, l’impegno e la pazienza con la quale mi hanno seguito in tutte le fasi della vicenda giudiziaria: sono stato un “cliente” indisciplinato, ma certamente un imputato modello, per la scelta di difendermi dentro il processo e non dal processo”.

L’ipotesi di responsabilità configurata a carico del presidente Cuffaro non ha nessuna relazione con l’organizzazione mafiosa né nel suo complesso né con riferimento a singoli associati. L’ipotesi di legge, infatti, è quella dell’articolo 378 primo comma con l’esclusione sia dell’aggravante dell’art. 7 della legge del 1991 che contempla vantaggi diffusi a tutta l’associazione mafiosa, che di quella, peraltro mai contestata, del secondo comma dell’art. 378 che prevede una aggravante quando la persona favorita sia conosciuta come mafiosa.

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redazione-vivienna