Enna. Mai vista una provincia così piccola e così pugnace come quella di Enna. Si vede che, quando si vuole, si possono raggiungere i traguardi. Anche quello di avere uno sbocco a mare, perché Enna è l’unica a non averlo. Forse c’è in questo una componente psicologica, perché un’altra provincia molto attiva è quella ragusana, la sola a non avere ancora un chilometro di autostrada: e allora il fatto di sentirsi «ristrette», Enna perché senza mare e Ragusa perché senza autostrada, spinge queste province a chiedere spazio. Dice Gaetano Rabito, ex parlamentare e attualmente presidente del consorzio industriale di Enna: «Anni addietro alcuni Comuni della provincia di Messina avevano chiesto di far parte del territorio ennese, ad esempio Mistretta, Tusa o Santo Stefano di Camastra, che è sul mare. Allora avevamo anche un collegio senatoriale che arrivava fin lì. Sonderemo se questa volontà c’è ancora e se si può fare qualcosa perché l’aspirazione di arrivare al mare è sempre stata molto forte. Tra l’altro, quando si completerà la Sud-Nord da Gela a Santo Stefano di Camastra unendo i due mari, Enna avrà un alto grado di mobilità. E non solo Enna, ma anche Caltagirone perché la Sud-Nord ci passa di sotto e per questo si è battuto a lungo Francesco Parisi. L’unico pezzo che manca è la Mulinello-Enna-Mistretta passando da Nicosia. Il completamento di questa strada avrebbe congiunto non solo Gela e Santo Stefano di Camastra, ma anche tutta la zona nord della provincia ennese. Da ’96 al 2001 avevamo trovato anche i finanziamenti, l’allora ministro Micheli aveva detto che la Sud-Nord era prioritaria, da allora in poi si è andati avanti con piccoli finanziamenti».
Non vorremmo alimentare sogni, e sappiamo benissimo quante difficoltà ci sono nella realizzazione delle opere pubbliche, ma se si tiene conto che prima o poi si faranno la Catania-Siracusa e la Siracusa-Ragusa-Gela (ma ci vuole una bretella per la zona di Pachino-Marzamemi-Capo Passero), che è stato affidato il progetto per la Ragusa-Catania, che nel Ragusano si stanno realizzando il porto turistico e l’aeroporto di Comiso e a Sciacca si farà il Resort del Gruppo Forte, tutta questa serie di iniziative porterà inevitabilmente, nel tempo, ad un netto miglioramento delle infrastrutture. Ci sono inceppamenti, qualche impresa fa la furba e non si comporta correttamente, i giudici indagano, ma fanno bene a far proseguire i lavori «sotto controllo». Purtroppo non tutte le Procure hanno la stessa linea di condotta perché alcune sequestrano i cantieri e buttano la chiave, lasciando le opere a marcire per anni.
Enna è dunque la provincia più attiva e il progettato aeroporto cinese nella Valle del Dittaino non è un miraggio come potrebbe sembrare a qualcuno. Dice ancora Rabito: «Io ci credo perché ho assistito alla nascita del progetto portato avanti da Mirello Crisafulli. Anzi circola una battuta: “Mirello porterà a Enna l’aeroporto e il porto”, intendendo lo sbocco a mare, ma al momento è solo una battuta. Ho seguito la visita dei funzionari dell’Enac e dei tecnici di Sigonella e ho trovato molta concretezza. C’è un grosso filone di cinesi che vogliono visitare l’Europa e hanno bisogno di un punto di appoggio e pensate anche all’esigenza di logistica che hanno loro per fare deposito di merci per poi smistarle in Europa. Quindi non servirebbe solo per il turismo. C’è una logica nel gruppo dirigente ennese che è aperta allo sviluppo economico. Noi diciamo: ponti d’oro a gente seria. E l’accompagniamo sino alla realizzazione delle opere. C’è questa volontà forte di progredire. E a questo aeroporto ci crediamo».
Lo sapevate che a tenere i collegamenti con le autorità cinesi c’è a Pechino un giovane ennese addetto culturale dell’ambasciata italiana? Com’è piccolo il mondo.
Tony Zermo
La Sicilia 25 aprile 2008
Su gentile concessione