Il giornalismo oggi

Le aspettative della politica odierna sul sistema giornalistico, sono elevate; occhi puntati e orecchie ben tese, pronti a captare ogni segnale di mancato servilismo verso questo o quest”altro partito. Forse la maggior parte delle testate giornalistiche di medio-alta rilevanza, sono lo specchio di anni di egemonia partitica sul senso d’informazione. E’ proprio per questa faziosità che rasenta la propaganda, che l’utente finale (il cittadino) difficilmente percepisce appieno la realtà dei fatti. Il noto presentatore-giornalista Maurizio Costanzo, un giorno affermò che: “il potere del giornalista è limitatissimo”, facendo intendere che a muovere i fili dell’informazione è chi in realtà tiene in vita gli stessi giornali a livello economico. In una società come la nostra, si fondano giornali grazie alle leggi sui rimborsi, tenendo più al profitto che al dovere di cronaca. C’è poi un tipo di giornalismo diventato oggi più che mai un vero e proprio cliché. E sono soprattutto i giovani a interpretare pienamente il ruolo di abili arrivisti, incantati dalle luci della ribalta, dal mondo mediatico che divora e reinterpreta personaggi, pronti ben presto a far carriera in nome di questa o quella forza politica. Cambia dunque il modo di fare notizia, in nome del profitto piuttosto che della realtà dei fatti. L’alta percentuale dell’editoria italiana è controllata dai succitati partiti politici, esattamente come molti anni addietro, quando esempi di promotion come il socialista “Avanti!”, videro appoggiare le opere propagandistiche del Fascismo di Benito Mussolini (diventato direttore); o come “l’Unità”, che per anni è stato l’organo di stampa del Partito Comunista. In realtà i giornali partitici sono innumerevoli, spesso a piccola tiratura e per territorio, che costeranno allo Stato italiano un miliardo di euro in sette anni. Tra queste decine di testate giornalistiche politicamente “impegnate”, si muovono migliaia di giovani menti inesperte, spesso schiacciate da un peso difficile da sopportare. Un enorme catino, una grande fucina di idee alla quale l’alta pretesa della politica pone un limite.Si è servili alle enormi leggi imposte dalla censura governativa, di “regime”. La situazione geopolitica non è certo delle migliori!
Se qualche anno addietro, in periodo sessantottino, la vivacità libertaria poteva far presagire una lotta di potere al potere stesso, oggi le speranze riversate sui giovani assumono l’aria di una battaglia persa per terribile ko. Così le piccole realtà dell’editoria libera, spinte solo dal dovere di informare l’utente finale, che esprimono magari in modo spensierato, scevro da ogni pressione, un sentimento liberal-popolare, vengono schiacciate dai grandi numeri di quelli che sono, come detto, dei veri giornali di partito.

Carmelo Parrinelli